Immuni, il Ministero risponde alle domande di Report dopo il servizio di ieri sera
La puntata di Report andata in onda ieri sera ha anche parlato dell’applicazione Immuni per il contact tracing del Coronavirus in Italia. Il presentatore Sigfrido Ranucci ha posto una serie di domande al Ministero dell’Innovazione ed al Ministro Paola Pisano, che ha risposto attraverso un post pubblicato sul sito.
In particolare, Il Ministero si sofferma sullo studio citato da Report portato avanti dal Trinity College di Dublino, secondo cui le app che si basano sulle API di Google invierebbero i dati personali e sensibili ai server di Google. A riguardo, il Ministero ha affermato che lo studio scritto da due professori dell’ateneo di Dublino “analizza, in particolare sotto il profilo privacy, alcuni sistemi di contact tracing europei distinguendo, fin dalle premesse, la componente “client” ovvero l’app progettata, sviluppata e gestita dalle autorità sanitarie nazionali dei diversi Paesi (Immuni nel nostro caso), e la componente del sistema Google sottostante”. Il Ministero osserva anche che gli autori hanno dato all’app Immuni ed alle controparti di Germania, Svizzera, Austria, Danimarca, Spagna, Polonia, Irlanda e Lettonia un giudizio estremamente positivo, al punto che vengono espressamente considerate delle best practice.
“Quanto al sistema Google sottostante, lo studio si limita a descrivere il processo di funzionamento caratteristico dell’intero ecosistema Google nell’ambito del quale, come è noto da sempre, vi è condivisione sistematica di informazioni tra il dispositivo dell’utente e la piattaforma attraverso la quale Google rende disponibili tutte le app, incluse, evidentemente, quelle destinate alla funzione di contact tracing” afferma il Ministero, il quale sottolinea che i dati raccolti dalle app per il contact tracing nazionali sono registrati sul dispositivo dell’utente e vengono condivisi solo con i sistemi informatici del Sistema Sanitario Nazionale.
Report ha anche parlato della vulnerabilità di Immuni, riguardante i possibili replay attack. A riguardo il Ministero ha allontanato le preoccupazioni ed ha affermato che si tratta di una pratica “particolarmente complicata da attuare”.
La lista completa delle risposte è pubblicata sul sito di Immuni.
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