Impiantata la prima mano robotica permanente al mondo, il progetto italiano

Impiantata la prima mano robotica permanente al mondo, il progetto italiano
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E' quasi completamente Made In Italy il progetto che ha portato ad impiantare la prima mano robotica permanente in Svezia. Una prima assoluta a livello mondiale: l'intervento è stato eseguito su una donna di 45 anni, a cui è stata impiantata una mano robotica costruita dal progetto europeo DeTOP, guidato da un italiano.

A capo infatti c'è Christian Cipriani dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. L'intervento è perfettamente riuscito ed i ricercatori stanno già vagliando la possibilità di effettuarne altri due, di cui uno in Italia ed uno in Svezia.

La mano robotica impiantata potrà essere utilizzata quotidianamente e restituirà le percezioni sensoriali. La donna sarà in grado di controllarla in modo naturale. Il tutto rientra nel progetto europeo DeTOP (Dexterous Transradial Osseointegrated Prosthesis with neural control and sensory feedback), che come detto poco sopra è coordinato dall'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Horizon 2020.

L'impianto sviluppato per la donna è stato creato da un team svedese guidato da Max Ortiz Catalan di Integrum, l'azienda che ha realizzato la protesi artificiale tramite la tecnica dell'osteointegrazione, in collaborazione con la Chalmers University of Technology. La notizia non può che fare piacere in quanto potrebbe aprire una nuova frontiera nel campo medico.

A livello di funzionamento, l'impianto montato fa da tramite tra lo scheletro e la mano robotica, il tutto superando le barriere tipiche delle protesi tradizionali che riescono a riprodurre solo un paio di movimenti delle mani, in maniera goffa. L'impianto include include sedici elettrodi inseriti nei muscoli, che estrapolando una quantità maggiore di informazioni garantiscono un uso e controllo più naturale della protesi. Gli stessi elettrodi collegati ai nervi inoltre creano anche un punto diretto tra la protesi ed il sistema nervoso, consentendo alla donna di recuperare tutte le sensazioni perdute a seguito dell'amputazione della mano.