Un impianto cerebrale ha permesso a una donna cieca di vedere alcune forme semplici

Un impianto cerebrale ha permesso a una donna cieca di vedere alcune forme semplici
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In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Investigation, degli scienziati sono riusciti a far vedere a una donna cieca alcune forme base posizionando una serie di elettrodi direttamente all'interno della sua corteccia visiva. Stimolando gruppi specifici di neuroni, sono state generate immagini grezze nella paziente.

Gli scienziati hanno inserito 96 elettrodi del dispositivo cerebrale posizionati strategicamente per consentire l'attivazione elettrica della “mappa retinotopica” del paziente. La stimolazione dei neuroni ha prodotto forme di base note come fosfeni, che sono costituite da punti bianchi o linee di luce.

Ci sono voluti due mesi di allenamento per identificare le forme prodotte dal dispositivo e quelle spontanee ma, alla fine, la paziente è riuscita ad identificare forme distinte. Successivamente gli scienziati sono riusciti a creare fosfeni che sembravano lettere. Alla fine, il paziente ha notato, con una precisione del 70%, le lettere I, L, C, V e O. Anche un altro impianto cerebrale ha permesso ai non vedenti di vedere delle lettere.

I ricercatori hanno anche progettato un gioco in cui il paziente doveva determinare se un'animazione mostrava Maggie Simpson a destra o a sinistra. Alla fine dell'esperimento, durato 6 mesi, gli autori dello studio hanno fatto una cosa ancor più incredibile: posizionando una telecamere sopra la testa della donna, hanno convertito gli input visivi in ​​segnali inviati agli elettrodi.

Questa tecnologia le ha permesso di "scansionare" gli oggetti di fronte a lei ed è stata in grado di distinguere una serie di barre bianche e nere stampate su una striscia di cartone, oltre ad identificare un quadrato bianco. "Questi risultati sono molto entusiasmanti perché dimostrano sia la sicurezza che l'efficacia dell'impianto", ha dichiarato l'autore dello studio Eduardo Fernández.

Nonostante i grandi progressi, c'è ancora molto lavoro da fare prima che questa tecnologia possa essere utilizzata per ripristinare la vista nelle persone non vedenti.