Individuare la spazzatura spaziale più piccola? Un telescopio laser può farlo

Individuare la spazzatura spaziale più piccola? Un telescopio laser può farlo
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Non sono la superficie, anche l'orbita della nostra bella Terra è "piena" di spazzatura: da frammenti di vecchi satelliti a veicoli spaziali esplosi. La presenza di questi detriti è un pericolo per i voli spaziali futuri e attuali.

I piccoli detriti, infatti, viaggiano ad una velocità di 28.000 chilometri all'ora. A queste velocità, uno scontro contro un veicolo o una sonda potrebbe danneggiare in modo irrimediabile il mezzo spaziale, mandando all'aria attente operazioni pianificate. Secondo la NASA, ci sono milioni di pezzi di detriti troppo piccoli per essere rintracciati. Gli oggetti più grandi possono essere individuati e tracciati singolarmente, ma più piccolo è l'oggetto, più è difficile da vedere e tracciare.

Un nuovo studio descrive un metodo che migliora la precisione con cui un telescopio può puntare sui detriti, consentendo ai ricercatori di individuare con precisione le posizioni dei detriti più piccoli. Il modo in cui gli scienziati individuano questa spazzatura nello spazio viene chiamato "laser ranging". In poche parole, viene sparato un laser nello spazio e un telescopio poi raccoglie la luce riflessa dai detriti in orbita. I ricercatori utilizzano questo segnale riflesso per dedurre quanto sia lontano un pezzo.

Tuttavia, è difficile effettuare queste misurazioni proprio perché i detriti non riflettono molta luce. Ora, un team cinese ha migliorato queste capacità di misurazione utilizzando tecniche di apprendimento automatico che hanno reso il telescopio più preciso (hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista Journal of Laser Applications). I nuovi aggiustamenti consentono allo strumento di rilevare oggetti più piccoli e deboli.

Secondo loro, infatti, con questa tecnica sarebbe possibile individuare un detrito di un metro quadrato lontano fino a 1400 chilometri. Entro il 2025, l'ESA proverà a rimuovere un pezzo di spazzatura dallo spazio grazie alla missione ClearSpace-1.