Le infezioni possono avere anche un lato positivo? Ecco cosa afferma un nuovo studio

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Come dimostrato dal periodo pandemico che abbiamo vissuto, la diffusione di agenti patogeni in una popolazione, comporta un adeguamento delle interazioni e del modo di vivere in generale. Una nuova ricerca degli scienziati di Harvard ha dimostrato come tali infezioni modificano i comportamenti sociali anche negli animali.

Il Prof. Yun Zhang, docente presso il Dipartimento di biologia organismica ed evolutiva della nota università americana, ha infatti spiegato: "Le estreme condizioni ambientali hanno un'influenza molto importante sul regno animale". Un comportamento che i ricercatori vogliono valutare anche in riferimento ai processi biologici che avvengono all'interno del cervello, modificando il comportamento sociale.

Nel loro nuovo articolo, pubblicato sulla nota rivista scientifica Nature, il Prof. Zhang e colleghi hanno studiato un particolare nematode, il C. elegans, che esiste in natura in maniera ermafrodita, quindi con entrambi i sessi, producendo sia uova che sperma.

In condizioni normali, di fatto gli ermafroditi sono creature solitarie, preferendo infatti l'auto-riproduzione rispetto l'accoppiamento. Tuttavia, il team di Harvard ha scoperto che una volta infettati da un ceppo patogeno del batterio Pseudomonas aeruginosa si interessavano maggiormente l'uno all'altro, aumentando il loro accoppiamento.

"Secondo noi, rispetto all'auto-riproduzione, è più probabile che l'accoppiamento con i maschi produca nuovi genomi attraverso la ricombinazione. Quindi, l'aumento dell'accoppiamento indotto dai patogeni rafforza la capacità di produrre diversità genetica", ha spiegato il Prof. Zhang.

Un cambiamento nel comportamento riproduttivo frutto di una miscela di feromoni, minuscole sostanze chimiche volatili, emesse dai singoli vermi ed a cui rispondono altri della stessa specie, svolgendo un ruolo fondamentale.

"Questi feromoni, di solito, disperdono segnali che fanno sì che gli ermafroditi si respingano a vicenda. Ma, dal nostro studio, abbiamo scoperto che gli ermafroditi infetti diventano meno refrattari, anzi, a volte ne sono persino attratti", ha affermato il dott. Tailhong Wu, co-autore dell'articolo.

Nello specifico, i ricercatori hanno scoperto che, nel verme, una coppia di neuroni di rilevamento chimico ha iniziato a rispondere ai feromoni dopo l'infezione, rivelandosi un passaggio fondamentale per far cambiare il loro comportamento.

Questo nuovo studio potrebbe fornire un percorso per studiare il cambiamento del comportamento in risposta a patogeni e parassiti anche in animali più complessi, come l'uomo. "Questa ricerca iniziale ci ha dato poteri sperimentali per identificare le basi neuronali e molecolari per la plasticità comportamentale sociale", ha concluso il Prof. Zhang.

A proposito di patogeni, sapete che questo cerotto high-tech potrebbe prevenire le infezioni in tempo reale? Una proposta affascinante quanto il combattere le infezioni fungine con le nanotecnologie.

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