Trovato all'interno di un'ambra fossile uno dei primissimi insetti impollinatori

Trovato all'interno di un'ambra fossile uno dei primissimi insetti impollinatori
INFORMAZIONI SCHEDA
di

E’ stato trovato, all’interno di un bozzolo d’ambra, un piccolo insetto con ancora, tra i peli del suo corpo, piccoli granuli di polline, permettendo di retrodatare, così, l’origine dell’impollinazione per mezzo di insetti.

Questa ricerca sembra quasi uscita da un film di fantascienza, con piccoli insetti incastonati all'interno di un ambra che risale a milioni di anni prima. Tuttavia questa non è fantascienza ma un’interessante scoperta nata grazie all'interazione tra due università: quella dell’Indiana, in America, ed il Nanjing Institute of Geology and Paleontology, in Cina.

Dentro una miniera a Nord di Myanmar è stato, infatti, trovato un insetto che risale a 99 milioni di anni fa, vissuto quindi nel periodo del Cretaceo ma, cosa ancora più incredibile, forse, è che tra i peli di questo insetto sono stati trovati dei piccoli granuli di polline. La presenza del polline sul corpo dell’insetto è, secondo lo studio, una prova tangibile che l’impollinazione per mezzo di insetti sia nata almeno cinquanta milioni di anni prima di quanto si credeva.

La ricerca è stata pubblicata sul Journal Proceedings of the National Academy of Science e spiega come rintracciare questo polline non sia stato affatto facile per i ricercatori poiché era “annidato” all'interno dei peli del corpo dell’insetto. Per trovare il nascondiglio del polline è stata utilizzata una tecnica di microscopia laser che ha giocato sul fatto che il polline si illumina quando colpito da luce fluorescente e il corpo scuro dell’insetto ha fatto il resto, facendo da contrasto: il polline, in questo modo, risaltava luminoso agli occhi degli scienziati.

Anche l’insetto è passato al vaglio dei ricercatori che, dopo averne studiato le caratteristiche fisiche, hanno scoperto che si tratta di una nuova specie. Alcune strutture morfologiche dell’insetto sembra si siano evolute proprio per facilitare e ottimizzare il lavoro di impollinazione da lui operato. Ma l’insetto è solo una faccia della medaglia perché, secondo lo studio, anche il polline sembra si sia evoluto per essere trasportato più facilmente dagli insetti.