
iPhone 14, scorte natalizie a rischio: pesano il lockdown e le rivolte di Foxconn
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La produzione di iPhone 14 negli stabilimenti Foxconn sembra essere ripartita pochi giorni fa, quando la compagnia cinese è riuscita a sedare le proteste di alcuni dipendenti. Tuttavia, resta il problema della nuova ondata di Covid-19 in Cina, che, unita con la politica "zero contagi" di Pechino, potrebbe bloccare di nuovo i lavori di Foxconn.
Secondo un'analisi della CBS e di Dan Ives, esperto del mercato smartphone di Wedbush Securities, le scorte di iPhone 14 per la stagione invernale sarebbero di molto inferiori rispetto alla domanda della clientela. Ives, in un comunicato, spiega infatti che "crediamo che la domanda di iPhone 14 durante l'importantissimo weekend del Black Friday sia ben al di sopra dell'offerta, e potrebbe causare dei problemi di scarsità di prodotti nella stagione natalizia".
Nulla di nuovo, se consideriamo che, all'estero come in Italia, i tempi di consegna di iPhone 14 sono ormai piuttosto allungati: comprando un Melafonino oggi, a fine novembre, la probabilità di trovarlo sotto l'albero di Natale non è delle più alte, a meno di essere veramente fortunati. La causa dei ritardi di Apple nella fornitura degli iPhone di nuova generazione, però, non starebbe nei problemi di approvvigionamento di chip e materie prime (come avvenuto per iPhone 13), ma nell'onda lunga del Covid-19 in Cina.
In particolare, CBS News spiega che molte aree di Zhengzhou sono ancora in lockdown, e anzi le autorità di Pechino stanno imponendo nuove restrizioni su varie zone della città proprio nelle ultime ore. Da queste aree, però, proviene la forza-lavoro del più grande stabilimento di Foxconn, specializzato proprio in iPhone. La produzione di iPhone 14 a Foxconn era entrata in lockdown essa stessa a inizio novembre, ma successivamente i vertici dell'azienda hanno trovato un accordo per permettere agli operai di continuare a lavorare, benché in condizioni di auto-isolamento dentro gli stabilimenti.
Questa situazione, tuttavia, ha generato diffuse proteste tra gli operai Foxconn, rientrate solo negli scorsi giorni, le quali però hanno ritardato ulteriormente la produzione di iPhone 14. Sommando il fattore Covid-19, i malumori degli operai e i timori di nuove chiusure per le prossime settimane, Ives ha spiegato che "la politica Zero-Covid della Cina è stata un pugno allo stomaco per Apple, perché ha ridotto del 5% circa la produzione di iPhone 14, ponendo il colosso di Cupertino in una condizione di grande scarsità di nuove unità fino a fine 2022".
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