Iran vieta il mining di criptovalute: il rischio di blackout estivi è elevato

Iran vieta il mining di criptovalute: il rischio di blackout estivi è elevato
di

La Cina recentemente ha attaccato il settore criptovalute dichiarando che “mettono a rischio l’ordine finanziario” e muovendosi verso un divieto delle transazioni e del mining, ma non è l’unico paese a farlo. Nelle ultime ore, infatti, il Governo iraniano ha deciso di proibire l’estrazione di criptovalute per tutta la prossima estate.

L’agenzia di stampa Reuters proprio nella giornata odierna ha riportato la decisione definitiva da parte del presidente Hassan Rouhani e dei vertici dell’Iran di vietare il mining nel corso dell’estate 2021 a causa di un previsto aumento della domanda di elettricità. Già negli ultimi mesi l’intero paese ha visto molteplici blackout diffusi a causa di un consumo energetico particolarmente elevato, dovuto dalla siccità e dalle alte temperature. Con il mining di criptovalute, trattandosi di un’attività ad alto consumo di elettricità, la situazione con ogni probabilità diventerebbe drastica.

L’annuncio da parte di Rouhani ha vietato anche tante altre attività ad alto consumo con il medesimo ordine, che entrerà in vigore immediatamente e varrà fino al 22 settembre 2021. Durante la diretta alla televisione di stato, il Presidente dell’Iran ha inoltre aggiunto che “circa l'85% dell'attuale attività mineraria in Iran è priva di licenza”, sollevando un altro elemento fondamentale nel quadro del mondo crypto nel paese, dove secondo analisi recenti avverrebbe il 4,5% circa del mining di Bitcoin a livello globale.

Questo divieto ora solleva ulteriori preoccupazioni anche nei miner autorizzati, i quali temono ulteriori ripercussioni per il settore criptovalute a causa dell’elettricità a disposizione nella rete nazionale, ma anche un calo importante del valore delle principali monete virtuali. Per ora la situazione sembrerebbe stabile, anzi Bitcoin e altre criptovalute continuano a crescere secondo i dati CoinDesk.