L'amministratore delegato di Apple torna a parlare del ban di Trump

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L’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, è tornato nuovamente a parlare del controverso ordine esecutivo del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sugli immigrati, ed ha ancora una volta affermato che Apple come società condanna profondamente il decreto del numero uno della Casa Bianca.

Condanna arrivata in occasione di una visita in corso a Glasgow, che ha fatto tappa anche in una delle università della città, e che ha visto il CEO affermare che “la nostra azienda vive di diversità. Abbiamo dipendenti che hanno un visto di lavoro ed hanno portato le loro famiglie negli Stati Uniti, ma ad alcuni è capitato che a causa dell’ordine esecutivo non è stato possibile portare i loro cari in America o, peggio, non potevano tornare negli USA. E’ una crisi. Siamo stati costretti a scrivere la lettera all’amministrazione, altrimenti saremmo diventati complici. E’ importante esternare le proprie idee e dire le proprie opinioni. Non siamo d’accordo con il divieto di Trump e lo abbiamo detto pubblicamente”.
In una lettera inviata ai dipendenti, Cook aveva anche affermato che “Apple non esisterebbe senza l’immigrazione”, riferendosi al co-fondatore della compagnia, Steve Jobs, il cui padre biologico Abdulfattah Jandali è nato e cresciuto in Siria.