L'FBI non riesce a sbloccare lo smartphone del killer del Texas

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Un nuovo caso in stile a quello di San Bernardino si fa largo. Nel corso di una conferenza tenuta dall’FBI nella giornata di ieri, un rappresentante dell’agenzia federale americana che sta indagando sulla sparatoria avvenuta qualche giorno fa in una chiesa del Texas, è tornato a parlare di crittografia.

Nello specifico, l’ufficiale dell’FBI ha affermato che i tecnici non sono riusciti a sbloccare il telefono del killer, in quanto protetto dalla crittografia. L’agente ha nuovamente dipinto la questione come preoccupante, in quanto ancora una volta gli inquirenti si sono trovati di fronte ad un caso del genere, che rappresenta un limite importante per e immagini.

Con l’avanzare della tecnologia e della crittografia, per gli agenti federali e locali è sempre più difficile entrare in questi telefoni”, ha affermato l’agente speciale dell’FBI Christopher Combs, il quale però non ha indicato quale smartphone aveva usato il killer del Texas, probabilmente per paura di pubblicizzare la sicurezza di un determinato dispositivo.

L’agenzia avrebbe portato lo smartphone negli uffici di Quantico per l’analisi, ma non è noto se abbia chiesto già la collaborazione di qualche società esterna o meno. Ricordiamo che per sbloccare l'iPhone del killer di San Bernardino, l'FBI fu costretta a pagare una somma di denaro importante.