Per Zuckerberg saranno gli utenti a scegliere quali saranno i giornali affidabili

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Le fake news sono un problema. Anzi, IL problema del momento, almeno secondo mass media e politica. Ecco, quindi, che Mark Zuckerberg ha svelato il piano di Facebook per porre un distinguo tra siti bufalari e autorevoli: far scegliere direttamente agli utenti. E poco importa che spesso siano proprio questi a cadere nei raggiri delle fake news.

"La domanda più difficile -spiega lo stesso Zuckerberg in una nota su facebook dove viene annunciata la novità- era come decidere quali fonti fossero più sicure in una società così piena di divisioni. Potevano deciderlo noi, ma non ci sentivamo a nostro agio nel farlo. Potevano chiederlo ad esperti del settore, ma questo avrebbe demandato il problema a terzi senza, probabilmente, risolvere la questione dell'oggettività. L'altra opzione era quella di chiederlo a voi -la nostra community- ricevendo i vostri feedback per determinare il ranking".

Già, ranking. Perché in base alle scelte degli utenti avremo testate che riceveranno visibilità, comparendo più spesso sulla vostra newsfeed, e altre che ne perderanno. È una questione complicata e, onestamente, ci fa un po' strano che questa possa davvero essere una soluzione efficace. Risale solo ad un paio di mesi fa, ad esempio, l'inchiesta di Buzzfeed sul giro di notizie false (e relativi giri d'affari) che riguardava proprio il nostro Paese, l'Italia. Nel servizio curato da Alberto Nardelli e Craig Silverman era emerso come alcune vere e proprie fabbriche di fake news avessero più di un milioni di like, e traffico ben superiori a quelli del Corriere e de La Repubblica. Siamo certi che chiedere quali siano i quotidiani seri a quello stesso milione e passa di utenti raggirati possa essere la migliore tra tutte le soluzioni?

E per quanto riguarda i pesi leggeri dell'informazione? In teoria non ci saranno grossi problemi: Facebook in futuro vi chiederà quali siti conoscete e, tra questi, quali ritenete affidabili. Ad influire sulla visibilità sarà solo il numero di giudizi negativi e positivi in percentuale rispetto al totale di persone che hanno dichiarato di conoscere la testata. Non pesa dunque il numero assoluto di attestati di stima: è chiaro che il Corriere riceverà un numero più alto di opinioni favorevoli, ma non è detto che si posizioni meglio di Valigia Blu, un sito meno conosciuto ma che, ipoteticamente, potrebbe ricevere una percentuale di voti positivi più alta.