La crittografia di WhatsApp non protegge tutti i vostri dati

di

La notizia dell'arrivo della crittografia end-to-end era stata accolta dalla community in maniera molto positiva. Arriva oggi un aggiornamento che conferma il detto "non è oro tutto quel che luccica": alcune informazioni potrebbero comunque essere trasmette ed elaborate addirittura per scopi pubblicitari.

Ma ricapitoliamo: ogni dato che scambieremo sul famoso client di messagistica istantanea sarà protetto per tutelare la privacy e del mittente e del destinatario. Hacker, agenzie governative o semplici partner ficcanaso, non potranno più risalire ai cosiddetti metadati (chat, foto, video vocali ecc.) del miliardo di utenti che utilizza WhatsApp.
Tutto molto bello, ma dando uno sguardo più da vicino a quelli che sono i "Termini di utilizzo" possiamo leggere come la stessa azienda sia costretta a conservare per legge "informazione associate a data ed ora dei messaggi consegnati con successo, così come anche i numeri di telefono coinvolti nelle conversazioni".
Dunque non si può leggere in alcun modo cosa si scambia attraverso la chat, ma è possibile risalire alle informazioni sulle identità degli utenti stessi. Secondo una conclusione che arriva dall'Indipendent, considerando che WhatsApp appartiene a Facebook, queste informazioni collaterali potrebbero essere "rielaborate per motivi pubblicitari".
La questione privacy, quindi è tutt'altro che vicina ad una risoluzione a favore dell'utente finale e, considerando che lo stesso Zuckerberg nel 2010 affermò che la questione "è superata", c'è da aspettarsi un periodo buio all'orizzonte.