La golden power costa cara a TIM: multa da 74,3 milioni di Euro dal Governo Italiano

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La goden power costa carissima a TIM, che è stata multata per 74,3 milioni di Euro . Il Presidente del Consiglio uscente, Paolo Gentiloni, su proposta del ministro Carlo Calenda, ha firmato un decreto che prevede una sanzione di 74.312.342,44 Euro ai danni dell'operatore telefonico, come previsto dalla legge.

La cifra non è casuale ed è pari all'1 per cento del fatturato cumulato di TIM e Vivendi, in relazione agli asset posseduti nel settore delle telecomunicazioni.

L'articolo 2 del decreto legge 15/3/2012 parla appunto di "poteri speciali inerenti agli attivi strategici nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni", mentre al comma due si discutono gli obblighi di comunicazione delle società che entrano o rilevano asset strategici in Italia. A tal proposito, Repubblica che ha pubblicato in anteprima il provvedimento cita il comma 2 in cui si legge che "Con la notifica di cui al comma 2, e' fornita al Governo una informativa completa sulla delibera, atto o operazione in modo da consentire l'eventuale tempestivo esercizio del potere di veto. Dalla notifica non deriva per la Presidenza del Consiglio dei Ministri ne' per la societa' l'obbligo di comunicazione al pubblico ai sensi dell'articolo 114 del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58. Entro quindici giorni dalla notifica, il Presidente del Consiglio dei Ministri comunica l'eventuale veto".

Vivendi, quindi, sostanzialmente è stata ritenuta colpevole di non aver notificato il suo ingresso in Telecom.

La legge, infatti, prevede delle sanzioni: "decorsi i termini previsti dal presente comma l'operazione puo' essere effettuata. Il potere di veto di cui al comma 3, e' espresso nella forma di imposizione di specifiche prescrizioni o condizioni ogniqualvolta cio' sia sufficiente ad assicurare la tutela degli interessi pubblici di cui al comma 3. Le delibere o gli atti o le operazioni adottate o attuate in violazione del presente comma sono nulli. Il Governo puo' altresi' ingiungere alla societa' e all'eventuale controparte di ripristinare a proprie spese la situazione anteriore. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque non osservi le disposizioni di cui al presente comma, e' soggetto a una sanzione amministrativa pecuniaria fino al doppio del valore dell'operazione e comunque non inferiore all'uno per cento del fatturato cumulato realizzato dalle imprese coinvolte nell'ultimo esercizio per il quale sia stato approvato il bilancio".

Immediata è arrivata la risposta di TIM, attraverso una nota stampa in cui l'operatore comunica di non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, ma osserva che nel "merito delle contestazioni, la Società ha già presentato ricorso, sostenendo come mai abbia assunto decisioni circa atti dispositivi degli asset strategici il cui status e disponibilità da parte della società sono rimasti sempre immutati. Le vicende che hanno riguardato la qualificazione giuridica del rapporto tra TIM e il socio Vivendi non hanno nulla a che vedere con gli obblighi di notifica della società e sono disciplinati specificamente da altra disposizione della stessa norma alla stessa non applicabile".

TIM conferma anche di voler continuare a collaborare con il Governo per assicurare "piena armonia con ogni prescrizione finalizzata alla tutela della sicurezza nazionale", ma la multa è pesantissima.