La NASA e i product placement: il direttore apre le porte alle missioni sponsorizzate?

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Ve la ricordate la famosa pubblicità di Lavazza in cui Enrico Brignano e Tullio Solenghi utilizzano la macchina per il caffè ISSpresso, quella utilizzata nella Missione Futura? Ebbene, potrebbe essere stata solamente la prima di tante pubblicità spaziali. Infatti, la NASA si sta interrogando sul da farsi in merito ai product placement.

Se l'iniziativa della ISSspresso, realizzata da Argotec in collaborazione con Lavazza, aveva comunque un fine scientifico, ovvero quello di sperimentare la produzione degli alimenti in orbita, le nuove pubblicità che la NASA potrebbe decidere di introdurre sarebbero invece dei veri e propri product placement. Il logo di una multinazionale in bella vista sul razzo, ad esempio.

Finora, la pubblicità è rimasta un tabù per l'Agenzia Spaziale statunitense, che ha sempre cercato di rimanere lontana dai product placement, dando indicazioni agli astronauti in modo che non citino niente durante le missioni spaziali, anche nel caso qualche prodotto commercializzato sulla Terra dovesse per sbaglio finire nell'inquadratura delle telecamere. Sappiamo, ad esempio, che sull'ISS utilizzano salviette umidificate Huggies, ma il team non può parlarne in alcun modo.

Oltre a questo, le liste dei prodotti inviati in orbita vengono scritte con termini generali, con i pacchetti di M&M's che vengono chiamati semplicemente "confetti al cioccolato". Le motivazioni dietro a tutto questo sono chiaramente che la NASA non vuole aver molto a che fare con gli interessi commerciali delle grandi multinazionali e soprattutto, trattandosi di un ente pubblico, deve sottostare a delle rigide regole imposte dal governo.

Un esempio lampante fu quello di Pepsi e Coca-Cola, che negli anni '80 fecero a gara per realizzare delle lattine che garantivano agli astronauti di bere con maggior facilità. La NASA accettò l'offerta delle aziende garantendo queste bibite al suo team, ma si riservò non di non parlarne troppo e di non diffondere fotografie in merito. Infatti, il tutto viene visto da molti come un possibile appoggio dallo stato a un marchio piuttosto che a un altro.

Nonostante questo, qualche giorno fa, Jim Bridenstine, direttore della NASA, ha affrontato questo tema durante una riunione tra i vertici dell'Agenzia Spaziale, annunciando di aver avviato la costituzione di un nuovo comitato che avrà il compito di valutare se l'opzione delle sponsorizzazioni sia fattibile o meno. Il tutto coinvolge sia le missioni spaziali che le attività a Terra della NASA e di tutti i personaggi pubblici ad essa associati.

Questo ovviamente per racimolare fondi, visto che le missioni spaziali sono parecchio costosi e richiederanno probabilmente cifre più alte di quelle che l'Agenzia Spaziale può attualmente permettersi. L'arrivo di sponsor aprirebbe sicuramente maggiori possibilità e farebbe girare una quantità di denaro molto elevata, motivo per cui Bridenstine ritiene che sarebbe una mossa giusta da mettere in atto.

Concludiamo citando l'inizio dell'articolo de ilPost in merito: "Ancora pochi istanti e il modulo Lunar 1 Coca-Cola toccherà il suolo lunare. Tutto il mondo segue col fiato sospeso questo momento cruciale della missione NASA Back to the Moon by Facebook". Chissà se vedremo mai una cosa del genere.

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