La presenza di acqua sulla superficie di Marte potrebbe non essere più certa

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Fino ad oggi il ritrovamento di argilla sulla superficie marziana ha indotto la comunità scientifica a pensare che il passato di Marte fosse molto più umido (miliardi di anni fa), con presenza di acqua sulla superficie e una forte attività idrotermale. Una teoria di Kevin Cannon mette in discussione quest'idea e propone un'alternativa.

Kevin Cannon è un geologo della University of Central Florida e spiega che l'argilla potrebbe provenire da un'attività differente dell'acqua, ovvero da un bagno di vapore alimentato da un oceano di magma vulcanico. Chiaramente l'ingrediente fondamentale per ottenere l'argilla sono roccia, calore ed acqua e in passato potrebbe esserci stata un'atmosfera primordiale creata da un oceano di magma che avrebbe reso il pianeta molto più caldo ed umido di quello che è oggi.

Secondo Cannon, durante la formazione del sistema solare, Marte avrebbe ospitato enormi oceani di magma che avrebbero fatto impallidire anche Mordor. Quando l'ambiente si è raffreddato, l'acqua presente nel sottosuolo sarebbe fuoriuscita formando un'atmosfera una spessa nebbia umida che avrebbe ricoperto l'intero pianeta.

Questa atmosfera simile ad una sauna avrebbe contribuito alla formazione di argilla che in miliardi di anni si sarebbe dispersa a causa dell'attività vulcanica e l'impatto di asteroidi su Marte. Chiaramente lo scenario descritto è puramente speculativo, ma è supportato dalle simulazioni effettuate dal team di ricerca.

Allora stadio attuale probabilmente servono dati maggiori per condurre studi più approfonditi sul pianeta rosso e le missioni su Marte del 2020 della NASA e dell'ESA potrebbero fornire proprio gli indizi di cui hanno bisogno gli scienziati.