La Russia avrebbe aiutato il Venezuela a lanciare il Petro

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Qualche settimana fa, su queste pagine abbiamo parlato del Petro, la prima criptovaluta di stato lanciata dal governo venezuelano per combattere quella che secondo il presidente Maduro sarebbe la "tirannia del Dollaro", dopo le sanzioni imposte dal governo americano.

Secondo quanto riferito dal Time Magazine, funzionari ed uomini d'affari del governo russo avrebbero aiutato l'esecutivo venezuelano a lanciare la prima criptovaluta di stato al mondo.

Citando funzionari anonimi che hanno familiarità con la questione, il rapporto sostiene che i miliardi Dannis Druzhov e Fyodor Bogorodsky hanno consigliato al presidente venezuelano, Nicolas Maduro, di puntare su una moneta virtuale. Inoltre il Time riferisce anche che "i maggiori consulenti del Cremlino" hanno supervisionato lo sviluppo del Petro, con il sostegno del presidente russo Vladimir Putin, che proprio la scorsa domenica è stato rieletto con una percentuale di gradimento da record.

L'articolo sostiene che "dietro le quinte, il Petro è in realtà una collaborazione - una joint venture seminascosta tra funzionari venezuelani e russi ed uomini d'affari, il cui scopo era quello di erodere il potere delle sanzioni degli Stati Uniti".

Il governo russo ha negato di essere implicato nella vendita e creazione del Petro, attraverso una nota rilasciata dal ministero delle finanze al Time, in cui un rappresentante ha affermato che "nessuna delle autorità finanziarie della Russia è stata coinvolta nella creazione del Petro", mentre i funzionari venezuelani non hanno risposto alla richiesta di commenti arrivata da parte dei redattori della rivista.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nel frattempo nella giornata di ieri attraverso un ordine esecutivo ha ufficialmente vietato a tutti i residente americani di acquistare la criptovaluta.

Maduro ha immediatamente risposto sostenendo che Trump ha dimostrato di essere "spaventato" dal presunto potere d'acquisto del Petro, ed è la prova che la propria nazione è sulla "buona strada".