La soluzione della Cina a troll e fake news: oltre 200 arresti nel 2017

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Oltre 200 arresti e 1000 indagati tra troll, disinformatori di professione e divulgatori di fake news. La Cina nel 2017 ha mostrato i muscoli contro il fenomeno noto come "Network Navy", l'esercito di troll stipendiati per manipolare l'opinione pubblica nei meandri del web. Un business che negli ultimi anni ha inquinato i social del Paese.

A riportare la notizia è l'agenzia cinese Xinhua News Agensy. In Cina la questione sarebbe molto sentita, complice un fenomeno –quello dei disturbatori di professione– che si è ingigantito di anno in anno. Sono normalmente disoccupati o lavoratori insoddisfatti del proprio stipendio, persone che hanno bisogno di arrotondare qualche soldo. Tutti assoldati su siti paragonabili a Mechanical Turk, il portale americano che offre lavori partime e occasionali che vanno dal rispondere sondaggi alla traduzione di articoli e saggi.

In generale dietro al reclutamento di "marinai del web" ci sono aziende private interessate a colpire gli avversari con campagne diffamatorie su WeChat, Weibo, Dianping, RenRen o altri servizi popolari nel Paese. Ma la cosa non si fermerebbe a questo. La Cina negli ultimi anni ha sperimentato anche un massiccio aumento della microcriminalità online, grazie alla diffusione sempre più capillare di siti dediti esclusivamente alla diffusione di fake news o campagne di spam via email particolarmente aggressive.

"La Network Navy si è occupata delle attività più varie, dalla fabbricazione di notizie false, ad attacchi personali, promozione di attività illecite e violazioni gravi dei diritti personali e di proprietà di altri cittadini cinesi", ha spiegato un ufficiale dell'equivalente cinese della polizia postale.

Sul web cinese tutto ha un prezzo. Così se un'azienda è interessata ad aumentare il proprio traffico per occupare i primi posti dei motori di ricerca può richiedere campagne ad hoc per questo. Troppi commenti negativi sul proprio brand? Per una cifra compresa trai 50 e i 500$ è possibile richiedere una segnalazione di massa verso una recensione negativa in modo da farla cancellare automaticamente. Ma la network navy, in cambio di un pagamento più generoso, offriva (e offre tuttora) anche servizi più tossici e dannosi, come l'organizzazione di vere e proprie crociate per diffondere notizie false su un'azienda o una persona in giro per il web.

Da luglio del 2017, data della prima controffensiva delle forze dell'ordine cinesi, sono seguite oltre 40 operazioni coordinate dai dipartimenti di polizia di tutto il Paese. Nello stesso periodo sono stati effettuati sequestri per 16milioni di dollari ai danni dei network che offrivano questo genere di servizi. Eppure il fenomeno non sembra arrestarsi, secondo la CCTV, con una semplice ricerca sui principali motori di ricerca, sarebbe ancora possibile trovare oltre 2300 operatori dediti a questo genere di servizi. Sta di fatto che le autorità cinesi hanno già affermato che la guerra contro l'armata dei troll è appena iniziata.