Il lascito di Margaret Thatcher, 30 anni dopo la sua uscita di scena: l'anti-europeismo

Il lascito di Margaret Thatcher, 30 anni dopo la sua uscita di scena: l'anti-europeismo
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La prima donna ad aver guidato il Parlamento inglese per ben 10 anni: in linea generale, si potrebbe descrivere così la figura di Margaret Thatcher. Sottoponendola a svariate analisi, sembra che le sue politiche abbiano lasciato un'impronta anche oggi. Vediamo il perché.

Grazie alla quarta stagione della serie TV Netflix "The Crown", la figura polarizzante di Margaret Thatcher è entrata nuovamente nelle discussioni dell'opinione pubblica. C'è chi l'ha amata e chi no.

Guida del Partito conservatore britannico dal 1975 al 1990 (il Tory Party), venne eletta come Primo Ministro il 4 maggio del 1979, sotto la monarchia di Elisabetta II. Per la prima volta, nella storia inglese ed europea, era stata eletta come guida del paese una donna.

La sua era una figura particolare: supportò la depenalizzazione dell'omosessualità maschile e dell'aborto, ma credeva fortemente nella pena di morte.

Diventando sempre più nota per le sue posizioni anti-sovietiche, al punto che nei giornali russi venne definita la "Iron Lady", si fece spazio nella politica internazionale e approfittò della debolezza del partito laburista di fronte al crescente malcontento della popolazione per ottenere il favore dell'opinione pubblica.

Sul fronte economico, per risolvere il problema della recessione economica britannica degli anni '80, applicò quello che sarà definito "thatcherismo". In breve, era una corrente politico-economica dove veniva fuso il conservatorismo politico con il liberismo economico di Milton Friedman, il fondatore del pensiero monetarista.

Durante il suo primo mandato divenne nota anche per la sua gestione del terrorismo irlandese, soprattutto quando raggiunse il suo apice colpendo un membro della famiglia reale, Louis Mountbatten.

Quello che, però, forse ha maggiormente influenzato la storia odierna del Regno Unito sono state le scelte compiute nella terza fase della sua politica, tra il 1987 e il 1990.

I primi anni del terzo mandato, la Thatcher cominciò a limitare il suo pensiero riguardo l'omosessualità, definendo "sbagliata" la sua diffusione. Inoltre, cominciò, per la prima volta nella storia britannica, ad occuparsi seriamente della questione ambientale, supportando le tesi riguardanti il riscaldamento globale.

Risuonò maggiormente, però, la sua opposizione riguardo il progetto d'unione europea, che rimase radicata in frange del partito conservatore anche dopo gli anni '90.

La recessione economica e l'introduzione della poll tax (un'imposta patrimoniale calcolata in base alla popolazione, quindi uguale per tutti, e non al reddito) furono le due ciliegine sulla torta che portarono la sua popolarità a declinare drasticamente.

La sua uscita di scena fu ancora più drammatica di quella di David Cameron nel 2016.

Il suo Vice-Ministro diede le dimissioni, perché distante dalle idee anti-europeiste; Geoffrey Howe, fedele alleato della Thatcher, diede un discorso alla Camera dei Comuni dove, fondamentalmente, la definì incapace di gestire la situazione.

La Thatcher stessa definì quel gesto, nella sua biografia, come un atto di tradimento che "portava un sorriso nella faccia", indicando la sua profonda delusione nei confronti di quegli esponenti che considerava alleati.

Quando venne sostituita, il partito conservatore sperava di perseguire delle politiche più affini a quelle della nascente Unione Europea, ma non fu così. Il "fantasma" delle idee thatcheriane si radicò sempre più in alcuni esponenti, portando ad una frattura che ancora oggi continua ad esistere e a determinare l'intera politica britannica.