I lavoratori americani e la fuga dal mercato dei semiconduttori cinese

I lavoratori americani e la fuga dal mercato dei semiconduttori cinese
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Non è un mistero che gli USA stiano stringendo sui chip. In seguito all'introduzione di una licenza per esportare semiconduttori e apparecchiature per la produzione di chip, nonché ai divieti per le società internazionali di esportare chip realizzati con tecnologia statunitense, iniziano a emergere storie non di poco conto.

Un articolo di The Register datato 14 ottobre 2022 attira l'attenzione già dal titolo: "I tecnici americani in Cina potrebbero violare la legge presentandosi a lavoro". Quest'ultimo è basato sulle affermazioni di Steven Okun, ex funzionario del Dipartimento dei trasporti ed esperto politico statunitense, che ha dichiarato che le più recenti restrizioni possono potenzialmente rendere la vita "impossibile" agli americani che lavorano nel mercato dei semiconduttori cinesi.

Infatti, secondo Okun, le nuove regole costringerebbero di fatto i cittadini statunitensi che lavorano nelle società cinesi coinvolte a licenziarsi. Di mezzo c'è la questione della cittadinanza americana: sembra che chi continuerà a lavorare in Cina, violando le regole, possa perdere quest'ultima. Da qui deriva l'affermazione di Okun relativa al fatto che un tecnico americano in Cina potrebbe violare la legge semplicemente presentandosi a lavoro.

Sembrano dunque esserci problemi legali non di poco conto nel bel mezzo delle tensioni tra Stati Uniti d'America e Cina, che possono comportare problematiche importanti ai lavoratori coinvolti. Per intenderci, da fonti come Benzinga arrivano indicazioni in merito al fatto che il divieto relativo ai chip IA e le nuove regole in generale stiano "paralizzando" l'industria dei semiconduttori cinese. A tal proposito, sembra che molti dirigenti e ingegneri americani si siano licenziati "in blocco".

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