Le onde di gravità per aiutare gli scienziati a rilevare più velocemente i terremoti

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Il rilevamento dei terremoti rappresenta un campo su cui gli esperti stanno continuando a lavorare per velocizzarli nel minor tempo possibile. Secondo un nuovo studio pubblicato dalla rivista Science, però, i geologi potrebbero aver trovato il bandolo della matassa.

Basandosi su alcuni terremoti avvenuti in Giappone nel 2011, tra cui quello più disastroso degli ultimi anni, gli scienziati hanno notato dei cambiamenti a livello di gravità che potrebbero permettergli di rilevare i sisma a tre minuti dall'inizio, il che avrebbe potuto velocizzare anche gli avvisi per la popolazione.

Se per molti un tempo così breve rappresenta un dato esiguo, vale la pena ricordare che in situazioni di estrema emergenza come questa, in cui anche un secondo può portare al salvataggio di molte vite umane, rappresenta un miglioramento importantissimo, soprattutto in paesi come l'Italia in cui vi è un elevatissimo rischio sismico, come confermato dai tragici avvenimenti degli ultimi anni.

La ricerca ricerca ha dimostrato che la magnitudo di 9.0 del terremoto che ha colpito il Giappone nel 2011 era talmente potente da aver alterato la forza di gravità sulla zona interessata. Sul terreno (in cui le onde di gravità sono appena visibili), ci sono volute tre ore per valutare la dimensione e magnitudo del terremoto, ed inizialmente si parlava di un terremoto di 7,9!

Il nuovo studio suggerisce che le onde, che viaggiano a più di 185.000 miglia al secondo, erano più evidenti nelle stazioni di monitoraggio tra 1.000 e 2.000 km dall'epicentro del sisma. A quella velocità, i segnali permettono agli scienziati di avere un vantaggio importante prima che le onde sismiche assumano una direzione.

Anche se non siamo abbastanza vicini alle previsioni dei terremoti, i ricercatori sostengono che il loro metodo dovrebbe funzionare per i terremoti di magnitudo 8.5 o superiori, abbastanza grandi in quanto le onde di gravità generano segnali misurabili.