Luca Parmitano controlla un rover sulla Terra dalla Stazione Spaziale Internazionale

Luca Parmitano controlla un rover sulla Terra dalla Stazione Spaziale Internazionale
INFORMAZIONI SCHEDA
di

Il rover controllato da Luca Parmitano è equipaggiato con una pinza che ha la mobilità e la destrezza di una mano umana; può essere utilizzata per raccogliere rocce lunari dal terreno. In futuro tecnologie simile potranno essere utilizzate per esplorare ambienti alieni, mantenendo gli astronauti sicuri in orbita intorno al pianeta.

Il progetto Analog-1, che ha concluso le due ore di test sulle connessioni spazio-Terra, aveva degli obiettivi multipli: il primo era valutare la risposta a una forza dei controlli, come un joystick da gaming che restituisce la sensazione del tatto all'utilizzatore; il secondo, nello spazio, era di valutare se questa tecnologia fosse abbastanza precisa nel controllo dei robot in assenza di peso.

Luca Parmitano è, attualmente, il più importante astronauta italiano e ha raggiunto obiettivi importanti come l'essere diventato capitano dell'ISS e nelle scorse settimane ha partecipato a una delle più importanti missioni sulla Stazione Spaziale Internazionale.

"Immaginate il robot come un avatar di Luca sulla Terra, che gli fornisce sia la vista che il tatto," ha detto l'ingegnere dell'ESA Kjetil Wormnes, capo del progetto Analog-1. "È equipaggiato con due telecamere, una sulla mano e l'altra sul braccio; per permettere a Luca e agli scienziati in remoto di osservare l'ambiente e avvicinarsi alle rocce."

Il rover controllato da Luca ha completato il percorso di prelievo seguendo perfettamente la tabella di marcia, attraversando tre siti di raccolta lungo un percorso molto difficile. Per selezionare le rocce ha ricevuto indicazioni da un gruppo di geologi del European Astronaut Centre (EAC) in Germania, simulando una reale esplorazione della superficie lunare.

"Abbiamo beneficiato del precedente allenamento di Luca con il programma Pangaea, che gli ha dato un'esperienza pratica nella geologia," ha aggiunto Jessica Grenouilleau, leader del ESA's Exploration Systems Group. "Ci ha aiutato moltissimo ad avere un discussione prolifica tra l'equipaggio e gli scienziati."

In aggiunta, l'astronauta ha potuto sentire quando il robot toccava terra o prendeva una roccia tramite uno strumento di risposta alla forza con 6 gradi di libertà. Per la prima volta è stato utilizzato in un rover controllato dall'ISS. Il controllo a distanza del rover utilizzava una rete di satelliti geostazionari, con una latenza nella comunicazione di 0.8 secondi, che Luca doveva considerare nei suoi movimenti.

L'hardware e il software utilizzati dall'astronauta sull'ISS sono stati sviluppati dall'ESA's Human Robot Interaction Laboratory, in Olanda, con il supporto del DLR German Aerospace Center's Institute for Robotics and Mechatronics; incluso il software di personalizzazione del meccanismo di feedback.

L'ingegnere robotico Thomas Krueger spiega: "Per questo scenario esplorativo, con poco ritardo temporale, abbiamo potuto combinare i vantaggi relativi di robot e umani: l'abilità umana di affrontare scenari complessi e poco strutturati e la velocità nel prendere decisioni; la destrezza dei robot che sono in grado di affrontare ambienti inospitali eseguendo con precisione i comandi dell'utilizzatore."

La Stazione Spaziale Internazionale si conferma una degli strumenti più importanti per lo sviluppo di nuove tecnologie e dopo aver festeggiato i 20 anni di attività nel 2018, si appresta a diventare un polo utilizzabile anche da enti privati.

Il prossimo passo nei test di queste tecnologie sarà una prova in un ambiente simile alla Luna sulla Terra. Il primo test all'esterno potrà dare indicazioni importanti sugli eventuali miglioramenti e metterà alla prova i risultati raggiunti fin ora.