Una grande "macchia" di acqua calda sta minacciando la vita marina della Nuova Zelanda
INFORMAZIONI SCHEDA
A circa 800 chilometri ad est dell'Isola del Sud della Nuova Zelanda, vicino alle Isole Chatham, le temperature degli oceani sono salite a quasi 6 gradi Celsius in più della media. Normalmente, le temperature superficiali in quella parte del Pacifico si aggirano intorno ai 15 gradi Celsius, ma attualmente la temperatura è di circa 20 gradi.
"In questo momento è la più grande 'macchia' calda sopra la media del pianeta", afferma James Renwick, uno scienziato della Victoria University of Wellington, in Nuova Zelanda a The Guardian. Nelle immagini satellitari, questa macchia di 1.000.000 di chilometri quadrati è ampiamente visibile (così come viene mostrato in calce alla notizia).
"Le temperature del mare in realtà non variano di molto, e un grado, più o meno, è un grosso problema. Questa area è probabilmente 4 gradi o quella sopra la media ed è piuttosto grande", afferma Renwick a New Zealand Herald. "Non ho una spiegazione per questo". Dal 1981, le temperature dell'acqua al largo della costa della Nuova Zelanda sono aumentate in media tra 0.1 e 0.2 gradi Celsius per decennio.
Queste temperature si verificano in genere quando l'oceano assorbe più calore del solito o se determinate condizioni impediscono all'oceano di rilasciare calore. Nel caso attuale, secondo Renwick, il colpevole potrebbe essere un anticiclone che si è depositato sopra la regione. Gli anticicloni sono sistemi meteorologici ad alta pressione in cui l'atmosfera e l'aria circostante diventano pesanti, soffocando i venti vicini e causando condizioni calme e stagnanti.
I cambiamenti climatici possono peggiorare queste ondate di calore marino perché l'oceano assorbe il 93% dei gas serra sulla Terra. Man mano che il riscaldamento globale peggiora, le ondate di calore sulla Terra e nell'oceano diventano più intense. "In un mondo in fase di riscaldamento, questi eventi peggioreranno e andremo verso uno stato in cui ci ritroveremo in un'ondata di calore marino permanente", dichiara al Washington Post Hillary Scannell, un oceanografo dell'Università di Washington.
Nel 2014, un'ondata di calore marino sconvolse l'Oceano Pacifico tra Hawaii, Alaska e California. Portando alla morte intere popolazioni di foche e uccelli marini, ad una massiccia fioritura di alghe e allo sbiancamento dei coralli. Diversi ecosistemi marini, infatti, vengono messi a rischio a causa del riscaldamento delle acque: le temperature più elevate del mare rendono difficile la crescita di specie più grandi e più nutrienti di zooplancton, che alimentano pesci e altri predatori.
Sono molteplici, quindi, i rischi che potrebbe causare questa "macchia" di calore. Un fenomeno che è destinato ad aumentare parallelamente al riscaldamento del globo.
FONTE: sciencealert
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