Maghi e demoni: ecco cosa si cela nella letteratura apocrifa cristiana

Maghi e demoni: ecco cosa si cela nella letteratura apocrifa cristiana
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Tony Burke, docente di “Origini del cristianesimo” presso la York University di Toronto (Canada) prova, nel suo nuovo libro, l’esistenza di un’intera letteratura cristiana basata sui testi apocrifi che mostra la complessità del sistema dei valori medievale.

Bisogna ricordare che, prima che il cristianesimo si affermasse in quasi tutta l’Europa dopo l’Editto di Milano del 313 d.C., il territorio europeo era una culla di tradizioni religiose completamente differenti.

È, quindi, naturale osservare nei testi apocrifi, scritti a partire dal IV secolo d.C., come ci sia un forte desiderio di contrastare il “male”, raffigurato spesso da entità che potrebbero risultare, ai nostri occhi da contemporanei, fantasiose - tipiche delle opere classiche o i romanzi storici.

  • I maghi

Un racconto apocrifo tradotto recentemente da Paul Dilley, curatore della traduzione in inglese e professore di Studi della religione presso l’Università di Iowa, narra un’epica battaglia fra gruppo di maghi malvagi e le forze del bene rappresentate da Basilio, vescovo di Cappadocia (330-379 d.C).

Questo racconto, diviso in due testi ritrovati nel monastero di Macario il Grande, mostra come nell'Europa mediterranea dell’epoca vi fosse un forte scontro fra la religione cristiana e quei gruppi di minoranze religiose politeiste.

Dilley, nell'analisi del testo, ha spiegato i cosiddetti “magoi” (i maghi) simboleggiassero la pericolosità dei credi considerati profani. Infatti, nel racconto, questi personaggi si pongono sempre in contrasto con la purezza della comunità cristiana.

  • Un bandito che aiutò Gesù

Un altro testo recentemente tradotto narra di un bandito di nome Dimas che sarebbe stato crocifisso affianco a Gesù. I Vangeli riconosciuti dalla Chiesa cattolica non citano i nomi dei due malfattori che vennero crocifissi affianco al Cristo, ma descrive solo i loro ultimi comportamenti distinguendoli tra un pentito e uno che, alla morte, sarà destinato all'Inferno.

Come afferma Mark Bilby, docente della Facoltà di Studi delle Religioni presso l’Università di California e curatore della traduzione del testo apocrifo in questione, durante il Medioevo si cercò di dare dei nomi e una storia ai due uomini morti al fianco di Gesù. L’obiettivo, però, non era completare un tassello mancante nella narrazione vangelica.

Penso che il racconto fosse completamente fittizio [...] e fosse stato scritto come un’implicita chiamata ai giovani a lasciare le famiglie, entrare a far parte delle Crociate e diventare amici di Gesù in Terra Santa.

L’obiettivo di questo racconto era mostrare il percorso da vero cristiano che era necessario seguire per una vita nell'aldilà migliore di quella terrena.

  • La trappola sacra contro i demoni

L’ultimo testo preso in esame e tradotto dal greco narra dello scontro tra San Pietro e sette orrendi demoni, mascherati come angeli.

Non si conosce con precisione la data in cui venne scritto il testo. Si pensa tra l’XI e il XII secolo, anche se alcuni studiosi concordano col fatto che questo racconto fosse stato scritto ancora prima, tra il IV e il V secolo.

Pietro viene rappresentato come una sorta di eroe cristiano coinvolto in delle avventure. Gli eventi narrati non avevano alcune pretesa di mostrare eventi realmente esistiti. Infatti, si crede che l’intento dell’autore fosse proprio quello di creare un contesto fantastico (non è da escludere che alcune persone avessero creduto alla sua veridicità).

Sei di questi demoni, chiusi in un cerchio da San Pietro, confessano la loro vera natura. Il settimo, invece, decide di sfidare il santo, ponendogli una semplice domanda: perché gli esseri umani vengono perdonati per i loro peccati e i demoni no?

Nel testo Pietro non risponde e li lascia ritornare all'Inferno.