Mari del Pacifico si alzano a livelli 2050 su coste isole: uno sguardo al nostro futuro
Ormai è ben chiaro: il cambiamento climatico è una minaccia importante per l’umanità. C’è addirittura chi prevede un imminente evento di estinzione di massa ma, anche restando con i piedi a terra, possiamo già notare alcuni problemi importanti. Giusto in queste giornate, La Niña ci concede uno sguardo al livello del mare nel 2050.
Cos’è La Niña? Si tratta di un fenomeno climatico naturale che avviene annualmente sull'Oceano Pacifico, noto principalmente in quanto porta il clima umido nell’Australia orientale. Tuttavia, ci sono implicazioni meno chiacchierate e più pericolose, come l’innalzamento del livello del mare nel Pacifico tropicale occidentale.
Proprio in queste settimane, La Niña sta causando gravi inondazioni costiere in isole e atolli recando danni estesi a edifici e colture in Papua Nuova Guinea, Isole Marshall, Isole Salomone e negli Stati federati di Micronesia. Quest’anno più di ogni altro si sta rivelando pericoloso, in quanto c’è una combinazione tra La Niña, maree primaverili e cambiamento climatico. I livelli raggiunti sono quelli previsti per il 2050 in condizioni “normali”, ovvero un aumento del livello di ben 20 centimetri, e hanno causato allagamenti sulle strade oltre ai detti danni a case e coltivazioni.
In parole povere, è evidente come la vita delle popolazioni locali sia a rischio in tali luoghi, e il futuro non è affatto roseo: l’innalzamento indotto da La Niña resterà fino a inizio gennaio e la gravità potrebbe aumentare soprattutto nell’emisfero meridionale, tra le Isole Salomone, Tuvalu e Samoa.
E che impatto potrebbe avere La Niña nel 2050? Se si considera un impatto pari a quello attuale, sommato all’aumento di 15-25 cm del livello medio globale del mare si parlerebbe di un aumento periodico di ben 25-40 centimetri. Purtroppo non c’è nulla che si può fare per arginare questo problema, dato che la proiezione climatica attuale è fondata sul gas serra che abbiamo già rilasciato. Ciò che possiamo fare, invece, è agire per il futuro.
Nel mentre, l’analisi di una AI ha portato a scoperte preoccupanti sul clima.
FONTE: The Conversation
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