Marte emette metano, ma non si sa se la fonte sia geologica o biologica
Importante annuncio pubblicato nella giornata di ieri su Nature e riguardante, ancora una volta, Marte. Secondo quanto riferito dagli scienziati, che si sono serviti dei dati di un orbiter europeo, il Pianeta Rosso emetterebbe gas metano.
La notizia era già stata anticipata in passato, ma non era stata accettata dalla comunità scientifica.
La provenienza di questo gas però resta un mistero, e non è escluso che sia responsabile per i microbi marziani che vivono nelle rocce sotto la superficie del gigante rosso.
Gli scienziati hanno collaborato con l'Agenzia Spaziale Europea, tramite l'orbiter Mars Express. Nelle indagini iniziate nell'estate del 2013, la sonda ha rilevato il metano all'interno del Gale Crater. Anche il rover Curiosity della NASA, che ha esplorato la medesima regione tra il 2011 ed il 2013, ha rilevato un marcato aumento di metano dell'aria, che è durato almeno due mesi.
Marco Giuranna, scienziato dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, in una mail ha affermato che "la nostra scoperta costituite la prima conferma indipendente di un rilevamento di metano".
La presenza di metano è importante in quanto il gas decade rapidamente, ed i calcoli indicano che la luce solare e le reazioni chimiche dell'atmosfera marziana potrebbero rompere le molecole entro poche centinaia di anni, il che vuol dire che la presenza rilevata è da imputare ad una creazione recente del gas.
Le teorie sono tante. In molti sostengono che sarebbe stato generato da un processo geologico noto come serpentinizzazione, che richiede sia calore che acqua liquida. Oppure potrebbe anche essere un prodotto dei metanogeni, i microbi che rilasciano metano come prodotto di scarto e che prosperano in luoghi privi di ossigeno, appunto come le rocce sottoterra ed i tratti digestivi degli animali.
Non è la prima volta che si parla di metano e Marte: un decennio e mezzo fa tre gruppi di scienziati hanno riferito di aver individuato il gas nell'atmosfera marziana, che però era scomparso due anni dopo.
Le nuove rilevazioni però "rafforzano l'ipotesi che Marte sia attivo", come affermato da Sushill Atreya, uno scienziato planetario dell'Università del Michigan e membro del team di Curiosity.
Le scoperte di Mars Express indicano anche una possibile fonte del metano, a circa 300 miglia ad est di Gale. La regione potrebbe essere importante per le future missioni spaziali, ma chiaramente il tutto è ancora in ballo e saranno necessarie altre conferme.
FONTE: nyt
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