Mattel cancella un giocattolo dotato di AI dopo le proteste della politica

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Mattel aveva intenzione di rilanciare un giocattolo chiamato Aristotele. Nelle loro ambizioni doveva essere "l'Alexa dei bambini", ma dopo numerose richieste di delucidazioni da parte di alcuni gruppi di genitori e addirittura di due politici statunitensi hanno preferito cancellare il progetto.

Era stato annunciato lo scorso gennaio, al Consumer Electronics Show. Aristotele doveva essere uno smart speaker pensato per i bambini ed era anche dotato di una telecamera in modo da poter fungere da babymonitor per i genitori, che avrebbero potuto sorvegliare i propri figli comodamente da tablet o smartphone.

Bella idea, ma sì sa: big data e sorveglianza di massa sono le due grandi preoccupazioni di questo secolo. La paura era quella che Mattel non fosse in grado di fornire sufficienti garanzie su l'uso che avrebbe fatto di eventuali dati raccolti e, ancora più importante, sulla sicurezza del device e la sua resistenza a possibili hacking da parte di malintenzionati.

Mattel in un primo momento aveva risposto adeguatamente, specificando che il device e le informazioni raccolte sarebbero state protette da crittografia a 256-bit. Inoltre i dati sarebbero rimasti salvati nella memoria locale, salvo che i genitori non acconsentissero espressamente a caricarli nel cloud.

Ma questo non è bastato e ai gruppi di genitori si sono aggiunti anche il Senatore statunitense Ed Markey e il membro del Congresso Joe Barton. I due hanno sottoposto con una lettera pubblica una serie di domande non secondarie all'azienda produttrice di giocattoli. Domande come: "la telecamera e il microfono rimarranno sempre accesi?" "Mattel pensa di vendere le informazioni raccolte a terze parti?". Domande che, evidentemente, hanno messo in difficoltà l'azienda, che ha quindi deciso di cancellare il controverso prodotto una volta per tutte.

Una storia in un certo senso a lieto fine: stiamo parlando di bambini, e che le aziende si facciano ancora qualche scrupolo prima di sfruttarli come miniere di dati da rivendere a terzi per fini commerciali è comunque (quasi) rassicurante.