Meltdown e Spectre: 32 cause legali piovono su Intel

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Intel sta continuando a fare fronte alle numerose polemiche sulla questione relativa alle falle di sicurezza Meltdown e Spectre. La compagnia di Santa Clara, di recente, ha ampliato il bug bounty program garantendo premi in denaro più elevati per coloro che scoprono falle come le due citate sopra. Tuttavia, secondo i clienti è ormai troppo tardi.

Inizialmente erano piovute sulla compagnia americana tre denunce e class action, presentate ai primi di Gennaio, subito dopo la pubblicazione delle due vulnerabilità. Nel frattempo, a distanza di un mese, il numero è cresciuto a trentadue.

Molti legali ed associazioni dei consumatori sostengono che Intel abbia violato le leggi sulla sicurezza quando ha assicurato che i suoi prodotti fossero sicuri da usare, il che secondo gli stessi si sarebbe rivelato essere falso nel momento in cui sono state scovate le due falle in questione.

Le cause chiedono da Intel "risarcimenti in denaro", ma al momento nessuno dei legali ha provveduto a specificare importi esatti.

Un deposito del SEC ha anche rivelato che l'azienda potrebbe essere costretta ad affrontare due class action da parte degli azionisti e riguardanti le accuse di insider trading mosse all'amministratore delegato Brian Krzanich che avrebbe venduto una quantità ingenti di azioni Intel qualche mese fa, in anticipo rispetto alla pubblicazione delle due falle.

Meltdown e Spectre comunque sono presenti su tutte le CPU dal 1995 in poi. Secondo un documento presentato al SEC, un team di sicurezza di Google avrebbe informato Intel delle vulnerabilità a Giugno 2017, ben prima che venissero battezzate con i nomi che ormai tutti conosciamo. Le prime notizie sono emerse in rete solo all'inizio di gennaio, ed Intel ha immediatamente provveduto a rilasciare delle patch, la cui distribuzione è stata accompagnata da non poche polemiche per alcune problematiche.

La partita, infatti, si gioca su due fronti, ed è tutt'altro che chiusa.