Meta presenta Instant Codec Avatar: le nostre copie 3D sono il futuro del metaverso?

Meta presenta Instant Codec Avatar: le nostre copie 3D sono il futuro del metaverso?
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All’evento Meta Connect 2022 tenutosi l’11 ottobre scorso Meta ha svelato il futuro del metaverso con molteplici prodotti, dal visore Meta Quest Pro di fascia alta a occhiali smart e controller basati sul polso. Una delle tecnologie più interessanti - e forse preoccupanti - è tuttavia Instant Codec Avatar.

Nei momenti finali dell’evento dedicato al metaverso concepito da Mark Zuckerberg e colleghi, infatti, egli ha mostrato le novità per Codec Avatar, una tecnologia in fase di sviluppo utilizzata per riprodurre il più fedelmente possibile le persone sotto forma di avatar 3D. Un risultato è visibile in calce alla notizia, ed è evidente come sia sensazionale la riproduzione virtuale del papà di Facebook, animata peraltro in tempo reale.

Instant Codec Avatar è invece una versione ridotta e dall’utilizzo semplificato, oltre che immediato: usando la fotocamera frontale dello smartphone in uno scenario ben illuminato è possibile, in soltanto due minuti, creare una replica tridimensionale del viso di una persona. Certo, sono necessarie diverse ore affinché il sistema riesca a elaborare con successo tutti i dati e proporre un avatar realistico e funzionante; tuttavia, l’utente impiega effettivamente pochissimo tempo per ottenere il risultato finale.

Allo stato attuale questa tecnologia non è ancora accessibile ai consumatori, ma già si è mostrata sorprendentemente efficace durante la presentazione da parte dell’azienda di Menlo Park. Insomma, la divisione Reality Labs di Meta sta continuando a sorprendere tutti con le sue creazioni. Ma è davvero questo il futuro? Sarà questa tecnologia la chiave di volta per convincere le persone a entrare nel metaverso?

Per ora non ci resta che attendere l’evoluzione e la commercializzazione effettiva di tale strumento, mentre Mark Zuckerberg critica già il presunto visore VR di Apple.

Meta presenta Instant Codec Avatar: le nostre copie 3D sono il futuro del metaverso?