Microsoft abbraccia right to repair: avvierà studi su nuove politiche per la riparazione

Microsoft abbraccia right to repair: avvierà studi su nuove politiche per la riparazione
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Il biennio 2020-2021 ha visto l’inizio, lento ma importante, dell’era del diritto alla riparazione. La spinta data dal Regno Unito nel Vecchio Continente è stato quasi un primo avvertimento importante verso investitori e aziende. Tra queste ultime, ora è Microsoft a intraprendere questo percorso.

Secondo quanto pubblicato da Grist, infatti, la società di Redmond avrebbe infine deciso di soddisfare le richieste degli azionisti ancor prima che siano gli enti regolatori ad agire per forzare il right to repair. Il primo passo fondamentale, definito anche “incoraggiante” dal gruppo As You Sow, prevede l’avvio di studi sull’impatto della semplificazione della riparazione e dell’introduzione di modifiche sui dispositivi elettronici; a condurli saranno parti terze e dunque indipendenti.

L’importanza del right to repair è notevole: si parla di molteplici benefici ambientali e sociali dovuti dalla facilità nella riparazione di dispositivi, ovvero garantendo l’accesso a componenti, manuali e software utili a tale attività a qualsiasi utente. L’esempio di Fairphone, lo smartphone modulare recentemente rilanciato con Fairphone 4 e noto per la semplicità nella sostituzione e riparazione delle componenti, è uno dei migliori: si riduce l’impatto ambientale dei rifiuti elettronici e si allunga il ciclo di vita dei prodotti.

Anche iFixit, che ricordiamo avere criticato in più occasioni Microsoft per la difficoltà nella riparazione dei suoi dispositivi, ha definito questo avvenimento “una mossa enorme e storica”, aspettandosi grandi cambiamenti e un seguito da parte dell’intera industria.

Altra spinta l’ha data il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden lo scorso luglio, quando ha firmato un ordine esecutivo sul diritto alla riparazione.