MindAffect ha creato un'interfaccia per controllare i dispositivi con la mente

MindAffect ha creato un'interfaccia per controllare i dispositivi con la mente
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E' in corso in questi giorni la TechCrunch Distrupt Startup Battlefield a Berlino, e sono tante le startup che hanno portato le loro tecnologie. Tra queste c'è MindAffect, una compagnia che ha sviluppato un sistema che consente di controllare i dispositivi con la mente.

Il team si è focalizzato su varie aree: inizialmente gli ingegneri hanno sviluppato un'interfaccia grafica per permettere a coloro che sono in grado di muovere solo gli occhi a digitare messaggi sugli schermi. Successivamente è stato creato un sistema che collega il cervello al computer e che utilizzando l'elettroencefalogramma ed i movimenti degli occhi crea degli schermi che consentono al sistema di riconoscere le intenzioni delle persone.

L'obiettivo di MindAffect è consentire anche ad altre società di sfruttare questa interfaccia per sviluppare applicazioni, giochi e sistemi d'intrattenimento, ed infatti al CES di Las Vegas del prossimo mese potrebbe vedere la luce il primo kit di sviluppo.

L'approccio della startup è singolare per varie ragioni: innanzitutto, rispetto alle altre soluzioni che si basano su telecamere a riflessi ed infrarossi, questo analizza i segnali del cervello per determinare ciò che sta guardando l'utente. Sull'UI saranno mostrati dei pulsanti, che lampeggeranno ad una frequenza diversa. Mentre la persona sposta lo sguardo da un tasto all'altro, la frequenza vista dall'utente fa si che la corteccia visiva del cervello generi segnali unici che possono essere interpretati dalla macchina.

Chiaramente è necessario un visore a cuffia in grado di generare l'elettroencefalogramma in tempo reale, ma anche di amplificare i segnali ed inviarli all'algoritmo di MindAffect che li trasforma in azioni o negli input desiderati.

Un aspetto interessante è dato anche dal fatto che gli attuali algoritmi richiedono poche informazioni per funzionare in maniera accurata, quindi non c'è bisogno della classica fase di "allenamento".

I casi d'uso più popolari sono quelli di persone con la SLA o che hanno avuto degli ictus, o che semplicemente hanno problemi di deambulazione alle braccia.