Il mistero intorno al "Lago degli scheletri" dell'Himalaya si infittisce

Il mistero intorno al 'Lago degli scheletri' dell'Himalaya si infittisce
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Tra le cime dell'Himalaya vi è un lago, di cui potreste già aver sentito parlare, il cui nome è "Roopkund". All'apparenza potrebbe sembrare un bacino d'acqua qualsiasi, ma la verità è che intorno ad esso, dal 1942 fino ad oggi, sono state trovati gli scheletri di quasi 800 persone. Il come siano finiti lì rimane, tutt'oggi, un mistero.

Un webinar condotto quest'anno presso la Scuola di Ricerca Avanzata, nella città di Nuovo Messico, ha riportato in auge la discussione intorno questo sito, che affascina gli studiosi di tutto il mondo ormai da decine di anni.

Il discorso ha ruotato intorno ad una domanda all'apparenza banale: come è possibile che persone provenienti dall'Asia del Sud, dall'Asia orientale e dal Mediterraneo orientale si siano trovate, in epoche distinte, tutte nello stesso luogo?

Una possibile risposta potrebbe ricercarsi nei racconti orali tramandati dai villaggi vicini al Roopkund. Si dice, infatti, che quest'area, in passato, fosse una meta di pellegrinaggio per gli induisti.

La leggenda vuole che le azioni di un re di una terra distante causarono l'ira della benevola dea Parvati, moglie di Siva e madre di Ganesh e Skanda. La divinità, di conseguenza, gettò il regno in un lungo periodo di siccità. Il sovrano, per salvare il suo popolo, decise di avviare un pellegrinaggio, nella speranza di ritrovare il consenso della dea.

Dopo alcuni non-così-tanto estenuanti giorni di cammino, i pellegrini arrivarono al Roopkund, ma lì vennero bloccati dalla stessa Parvati. La dea era a conoscenza del fatto che il sovrano, insieme ai suoi uomini, avesse portato con sé tutto ciò che potesse permettergli di vivere tutti i suoi piaceri più lussuriosi. Per vendicarsi di quell'affronto, la divinità decise di buttare sull'intero gruppo di uomini una terribile tempesta di grandine, uccidendo tutti quanti.

Cosa si potrebbe ricavare da questa storia? La causa di morte di alcuni cadaveri presenti nel luogo e la motivazione della loro presenza. Osservando le fratture sui crani di alcuni individui, sono stati notati dei traumi evidenti, causati da una forza sopra la media. Un tipo di potenza solita nelle grandi tempeste di grandine e neve tipiche della zona, le quali molti pellegrini potrebbero aver fronteggiato - senza riuscire a sopravvivere.

Quest'ipotesi, però, non va a spiegare la presenza di persone provenienti dal Mediterraneo orientale, una terra abbastanza lontana rispetto all'Himalaya.

L'antropologo della Princeton University, Agustin Fuentes, ha spiegato come, alla luce dello studio del 2019 pubblicato nella rivista "Nature Communications", si sia ipotizzata la possibilità che questi 14 individui non-asiatici abbiano avuto delle origini più complesse. Magari erano abitanti di un qualche villaggio vicino Roopkund e condividevano dei tratti genetici misti tra asiatici e mediterranei.

Un'altra ipotesi è che possano discendere da una piccola tribù dell'Asia Centrale, con un legame diretto con Alessandro Magno e i suoi eredi: i Kalash, una piccolo gruppo etnico presente in Pakistan. Il problema in questa teoria è che i corpi trovati non presentano alcun tipo di caratteristica genetica che li accomuni al 100% con questa minoranza.

In conclusione, l'unica speranza per poter risolvere questo mistero è compiere una più moderna spedizione diretta nel luogo e cercare risposte in tutti quei reperti preservati dal freddo e mai spostati dal sito dai numerosi turisti che lo visitano ormai da anni.