Un altro mistero è stato svelato sui Manoscritti del Mar Morto grazie all'IA

Un altro mistero è stato svelato sui Manoscritti del Mar Morto grazie all'IA
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I Manoscritti del Mar Morto sono una raccolta di testi su pergamena, che comprendono i passi più importanti della Bibbia ebraica. La loro importanza storico-religiosa è tale che, nel corso degli ultimi 65 anni, molti ricercatori hanno cercato di decifrarne più segreti possibili, come nel caso del recente studio pubblicato nella rivista PLOS One.

I Manoscritti del Mar Morto vennero trovati, per la prima volta, nelle undici grotte del Qumran (situate nel Deserto della Giudea, in Cisgiordania) tra il 1947 e il 1956. I 900 testi riportati alla luce vennero, nel tempo, datati - portando gli storici a credere che chi li scrisse fosse vissuto in un periodo di tempo tra il 150 a.C. e il 70 d.C.

Dopo aver fatto questa scoperta, sorse, però, un ulteriore mistero: era stata solo una persona, vissuta in una sola epoca, a comporli o più di una?

Questa domanda nacque per un semplice motivo: gli scritti presenti sono sempre rimasti anonimi. Chiunque li avesse trascritti sui rotoli di pergamena (e, in alcuni casi, di papiro) non firmò mai le proprie "opere".

Negli anni passati gruppi di studiosi arrivarono alla conclusone, sulla base delle loro interpretazioni della calligrafia presente sui documenti, che fosse stato un solo scriba ad averli elaborati. Tuttavia, mai la comunità accademica ha appoggiato ciecamente questa teoria, perché considerata "poco oggettiva".

Fortunatamente, l'importanza di questi manoscritti è tale da esercitare sempre nuovi stimoli nel mondo della ricerca, sia storica che non. Ne sono l'esempio il professore Mladen Popović, della Facoltà di Teologia e Studi religiosi presso l'Università di Groningen (Paesi Bassi), e Lambert Schomaker, un collega specializzato in informatica ed intelligenza artificiale.

La loro collaborazione aveva un obiettivo ben preciso: analizzare con le nuove tecnologie informatiche una pergamena in particolare, quella del "Grande Isaia". Lasciando che l'IA esaminasse i cosiddetti "tratti biomeccanici", gli studiosi erano certi, all'inizio del loro progetto, di poter identificare il numero di scribi che scrisse il testo preso in analisi.

Attraverso un lungo ed intricato processo di studio, si è arrivati all'effettiva conclusione che la pergamena presa in questione fosse stata scritta da due individui diversi, andando contro, quindi, l'ipotesi precedente che dimostrava, senza prove scientifiche rilevanti, che i manoscritti fossero stati composti tutti da un'unica persona.

L'importanza di questa scoperta non è unicamente fine a se stessa. L'utilizzo di una nuova tecnologia, mai sviluppata finora potrà tornare molto utile nelle ricerche future per analizzare altre pergamene e, più in generale, tutte quelle antiche fonti storiche scritte che celano ancora dei misteri in merito a chi le scrisse.