I monaci medievali di Cambridge erano pieni di parassiti, lo studio

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Nonostante nel Medioevo il clero godesse di ogni bene e comodità, i monaci di Cambridge sembrano essere il bersaglio preferito dai parassiti. Il nuovo studio afferma che gli anacoreti inglesi avevano il doppio delle probabilità di ospitare vermi nel proprio organismo, rispetto ai cittadini comuni.

Il ricercatore dell'Università di Cambridge, Tianyi Wang, ha affermato che il nematode è l'infezione più comune, ma è stata trovata anche un'infezione da tricocefalo. Entrambi i contagi sono originati da una scarsa igiene.

I cittadini medievali, per soddisfare i propri bisogni fisiologici, si avvalevano di pozzi ad hoc, o in disuso, oppure buche nel terreno, le quali spesso ospitavano anche i rifiuti domestici. Al contrario, i monasteri avevano comunemente sistemi idrici sofisticati.

Lo studio condotto sulle carcasse di popolani e monaci medievali di Cambridge ha mostrato che il 58% dei frati testati era infetto, rispetto al 32% dei cittadini comuni. Quest'ultima scoperta è in linea con altri studi sulle sepolture medievali, suggerendo che i tassi di infezione nel monastero erano notevolmente alti.

I monaci furono sepolti nel convento degli Agostiniani a partire dal 1280, mentre i locali furono sotterrati nell'ex cimitero di Ognissanti presso la Chiesa del Castello tra il XII e il XIV secolo. I medici della città erano a conoscenza dei parassiti.

Un manoscritto lasciato al Peterhouse College dal medico locale John Stockton, morto nel 1361, credeva che i vermi fossero generati da varie forme di muco. Sempre nelle medesima testimonianza, si deduce che lo studioso prescrivesse "piante medicinali amare" come aloe e assenzio ai malati.

[Unità Archeologica di Cambridge]

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