Monossido di azoto: da inquinante a fonte di energia rinnovabile

Monossido di azoto: da inquinante a fonte di energia rinnovabile
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La dipendenza dai combustibili fossili come fonte energetica primaria ha spinto l'inquinamento atmosferico ai massimi storici, con inevitabili problemi ambientali e sanitari.

Tra i principali inquinanti l'accumulo di monossido di azoto (NOx) è uno dei più problematici, perché può causare gravi patologie respiratorie e squilibri nel ciclo terrestre di questo elemento.

Recentemente la conversione di NOx in prodotti azotati innocui o addirittura utili è emersa come una strategia molto promettente. Per gli scienziati è stata particolarmente interessante la possibilità di ridurre il monossido di azoto in idrossilammina (NH2OH) che può essere impiegata come fonte di energia rinnovabile.

La fase di sintesi che determina la formazione di idrossilammina è la riduzione elettrochimica catalitica dell'ossido nitrico (NO), che può produrre NH2OH o protossido di azoto (N2O) a seconda dell'elettrolita e del potenziale dell'elettrodo. Gli studi hanno dimostrato che affinché la formazione di idrossilammina domini sull'altra sono necessari elettroliti molto acidi con un pH inferiore a 0. Tuttavia un tale ambiente degrada rapidamente il catalizzatore limitandone la reazione.

L'obiettivo della ricerca è stato quindi quello di sviluppare un nuovo catalizzatore ad alta capacità, selettività e stabilità. Per fare ciò gli scienziati del Gwanju Institute of Science and Technology (GIST) in Corea del Sud, ne hanno studiato uno che avesse elevata compatibilità con l'idrossilammina ed alta resistenza alle condizioni estremamente acide.

L'approccio con questo nuovo catalizzatore, che dagli ultimi dati ha ottenuto una produzione efficienti di oltre il 71% di NH2OH, non solo riduce gli inquinanti atmosferici nocivi, ma fornisce anche un sottoprodotto utile che può trovare impiego nel mondo delle energie rinnovabili.

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