La morte più raccapricciante della storia: l'incidente di Byford Dolphin

La morte più raccapricciante della storia: l'incidente di Byford Dolphin
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Per la costruzione delle grandi piattaforme petrolifere lontane dalle coste, è spesso necessaria una manutenzione a profondità estrema, fino a 50 metri sott'acqua. I subacquei che arrivano a tali profondità devono scendere e risalire con estrema cautela, così da evitare le orribili malattie da decompressione.

Quando si arriva a certe profondità, la pressione intorno ai sub aumenta, a causa del peso dell'oceano che preme sui loro corpi. I gas come l'azoto vengono respirati fino a quando i tessuti del subacqueo non sono saturi, il che significa che questi gas vengono disciolti all'interno del tessuto al punto che arrivano alla stessa concentrazione della miscela respiratoria.

Quando la pressione cambia troppo velocemente si verificano le malattie da decompressione, con conseguente formazione di bolle di azoto disciolto nei tessuti e nel sangue. I sintomi? dolore lancinante, confusione, paralisi e persino la morte. Per guarire da questa condizione occorre stare all'interno delle "camere di decompressione".

Per evitare queste lunghe attese all'interno delle camere, la Marina degli Stati Uniti trovò una soluzione radicale nel 1957: tenere i subacquei sotto pressione estrema, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, così da farli lavorare - senza le pause per la decompressione - alle piattaforme petrolifere. L'idea venne chiamata "Progetto Genesis" e diede il via alle "Immersioni in Saturazione", uno dei lavori più pericolosi di oggi.

L'immersione in saturazione è una tecnica di immersione che prevede di rimanere sotto pressione per così tanto tempo che tutti i tessuti del corpo diventano in equilibrio con i gas inerti nella miscela respiratoria, come elio e azoto. Una volta saturi, i sub rimarranno sotto pressione intensa e respireranno una miscela di ossigeno ed elio per settimane.

Questo è uno dei lavori più specializzati del giorno d'oggi, e solo 336 persone sono state impiegate in questo ruolo nel 2015 negli Stati Uniti. Un errore si paga caro: con la morte, così come ci racconta l'incidente di Byford Dolphin. Quest'ultimo avvenne sabato 5 novembre 1983, quando quattro lavoratori si trovavano all'interno delle loro camere pressurizzate.

A un certo punto uno di questi aprì per sbaglio una porta che stava per essere chiusa, e tutti e quattro gli impiegati vennero travolti da quella chiamato in gergo "decompressione esplosiva". Tutti i subacquei vennero esposti a un gradiente di pressione troppo estremo perché il corpo umano potesse resistere, provocando la loro morte immediata e violenta.

La differenza di pressione fece bollire il sangue di tre subacquei, uccidendoli quasi istantaneamente, l'altro subacqueo, invece, esplose a causa della pressione. Dopo questo incidente, vennero istituiti protocolli severissimi per tutti coloro che avevano intenzione di attuare un lavoro del genere.