Il "Narluga", un ibrido tra un beluga e un narvalo. Scoperto grazie a un rarissimo teschio

Il 'Narluga', un ibrido tra un beluga e un narvalo. Scoperto grazie a un rarissimo teschio
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I ricercatori sembrano aver fatto una grande scoperta, la prima del suo genere, su uno strano teschio trovato, che si è capito essere frutto dell'accoppiamento tra un beluga maschio e un narvalo femmina.

Il teschio in questione è stato raccolto durante una caccia nei pressi delle coste della Groenlandia occidentale nel 1990. Stupito dall'insolita forma, il teschio è stato poi portato al Museo di Storia Naturale della Danimarca, dove è rimasto da allora.

Nel 1993, un documento concludeva che, in base alle sue caratteristiche fisiche, l'esemplare fosse l'ibrido di un narvalo (Monodon monoceros) e un beluga (Delphinapterus leucas), con delle caratteristiche molto differenti in confronto ai genitori.

Il cranio dell'animale infatti, era molto più lungo e massiccio di quello dei genitori (con tanto di corno mancante), e la dentatura era molto differente da quella dei normali cetacei (come potete osservare nell'immagine in calce all'articolo, l'immagine A rappresenta il cranio di un beluga, quella centrale l'ibrido, mentre l'ultima foto appartiene al teschio di un narvalo).

Nonostante le palesi differenze, i ricercatori pensavano anche che lo strano cranio potesse essere appartenuto ad un beluga anomalo. Tuttavia, dopo 26 anni, un'analisi al DNA ha confermato che si tratta di una nuova specie che, a differenza di ibridi come il ligre, il felino più grande del mondo, si è creata naturalmente e non in cattività.

Nonostante il cacciatore ne abbia avvistati tre esemplari, questo cranio è l'unica prova a nostra disposizione dell'esistenza di questa specie. L'incrocio tra differenti specie di cetacei non è così raro come sembra. Sono stati descritti almeno 16 casi differenti di ibridazione tra cetacei, e ci sono probabilmente molti altri ibridi che gli scienziati non hanno ancora scoperto.

Il 'Narluga', un ibrido tra un beluga e un narvalo. Scoperto grazie a un rarissimo teschio