NASA: l'operazione da 3.5 miliardi per salvarci tutti dal vulcano di Yellowstone

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La NASA ha presentato un piano per impedire un'ipotetica eruzione del supervulcano di Yellowstone. Questa mission impossible, che avrebbe un costo di 3.5 miliardi di dollari,sarebbe l'ultima speranza per il nostro ecosistema. Tuttavia, il suo successo è tutto da dimostrare. Vediamo assieme in cosa consiste lo stratagemma pensato dalla NASA.

Il piano prevede di perforare il vulcano al fine di pompare e aspirare acqua –a velocità estremamente elevata– all'interno del cratere, in questo modo non solo si riuscirebbero a diminuire le temperature complessive, ma l'acqua bollente così ottenuta potrebbe anche venire impiegata per generare energia elettrica.

Il Yellowstone Caldera –situato nell'omonimo parco nazionale degli States– è un supervulcano che potrebbe seriamente compromettere il nostro ecosistema con una sola eruzione, mettendo a rischio la sopravvivenza degli esseri umani. Le ultime super-eruzioni si sono registrate, grosso modo, 2,1 milioni, 1,3 milioni e 640.000 anni fa. In passato abbiamo assistito a diversi allarmi da parte degli addetti ai lavori. Il supervulcano pareva potesse eruttare da un momento all'altro. In realtà nel 2010 le attività sono calate drasticamente, stemperando in maniera significativa lo stato d'allarme. Oggi un'eruzione di proporzioni "apocalittiche" è considerata estremamente improbabile.

Eppure il Caldera da Yellowstone non si muove di sicuro, e per far fronte ad un'ipotetica minaccia la NASA –contattata dai documentaristi della BBC– ha ammesso di aver in mente un piano "rischioso" per salvare il mondo intero.

In un primo momento andrebbe trivellato il lato inferiore, evitando che l'afflusso di calore possa aumentare il rischio eruzione. Una volta completato il trivellamento, si tratterebbe di pompare acqua avanti e indietro utilizzando una pressione estremamente elevata. L'acqua, un po' alla volta, dovrebbe contribuire a diminuire le temperature, evitando la super-eruzione, venendo poi riutilizzata, in uscita, per generare energia elettrica.

La notizia brutta? Non si sa se il piano ha davvero chance di funzionare. Nel dubbio, incrociamo le dita nella speranza di non doverlo mai mettere in pratica.