Durante la nascita di Urano un corpo grande tre volte la Terra si schiantò con il pianeta
Urano è inclinato di oltre 90 gradi rispetto al piano del Sistema Solare, così come il sistema ad anello del pianeta gassoso e le orbite delle sue 27 lune. Gli astronomi pensano che questa configurazione unica sia colpa di una violenta collisione che il pianeta subì poco dopo la sua nascita.
I dettagli di quella collisione sono rimasti sconosciuti, poiché le simulazioni hanno faticato a generare il sistema che vediamo oggi. Ad esempio, la massa del disco di detriti post-impatto tende ad essere piuttosto grande in questi modelli, molto più grande di quanto dovrebbe essere realmente, data la massa totale delle lune di Urano oggi.
Tutto questo fino ad oggi. Un team di scienziati, infatti, pare aver trovato una parziale risposta all'enigma. Gli impatti dei giganti nel sistema solare esterno freddo hanno conseguenze diverse rispetto quelli molto più vicini al Sole, come la collisione che provocò la formazione della Luna della Terra.
Il materiale liberato durante la collisione di Urano era molto più volatile di quello che si scontrò con la Terra e rimase gassoso più a lungo. Durante la sua crescita Urano ha inghiottito gran parte di questo gas, lasciandone meno in giro per formare le lune, secondo il nuovo studio pubblicato online la scorsa settimana sulla rivista Nature Astronomy. Il modello dei ricercatori, suggerisce che il corpo che si schiantò contro Urano fosse ghiacciato e con una massa compresa tra una e tre volte quella della Terra di oggi.
"Questo modello è il primo a spiegare la configurazione del sistema lunare di Urano e può aiutare a spiegare le configurazioni di altri pianeti ghiacciati nel nostro sistema solare come Nettuno", ha scritto l'autore principale dello studio Shigeru Ida, del Earth-Life Science Institute presso il Tokyo Institute of Technology in Giappone. "Oltre a ciò, gli astronomi hanno ora scoperto migliaia di pianeti attorno ad altre stelle, i cosiddetti esopianeti, e le osservazioni suggeriscono che molti dei pianeti scoperti di recente noti come super-terre nei sistemi esoplanetari potrebbero consistere in gran parte di ghiaccio d'acqua", continua Ida. "Questo modello può essere applicato anche a questi pianeti."
FONTE: space.com
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