Il Natale, per come lo conosciamo, pone le sue radici nell'era vittoriana: ecco perché

Il Natale, per come lo conosciamo, pone le sue radici nell'era vittoriana: ecco perché
di

Come tutte le festività, anche il Natale ha una storia che si è sviluppata nel corso dei secoli. Se si vuole conoscere le origini di tutte quelle tradizioni che, oggi, vengono celebrate, non bisogna guardare lontano: l'albero di Natale, i canti, i banchetti in famiglia cominciarono a diffondersi nella tanto discussa età vittoriana. Vediamo perché.

Il Natale non è stata sicuramente una festa inventata dal nulla dai vittoriani. Esisteva da molto tempo prima e in Inghilterra, come nel resto dell'Europa, era un semplice giorno dove tutti i cristiani potevano prendersi una giornata libera dai propri impegni lavorativi.

Non vi sono mai stati dei festeggiamenti comuni, fino al regno della regina Vittoria e del principe consorte Alberto. Fu proprio questa coppia a rendere il Natale come oggi lo conosciamo.

Il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, come da nome, era di origini tedesche. Tralasciando il ruolo storico che ebbe nell'Inghilterra ottocentesca, l'uomo decise di condividere con i suoi nuovi sudditi molte di quelle tradizioni natalizie tipiche del suo luogo di nascita.

Sfruttando il sempre più frequente uso dei periodici, fece pubblicare nel giornale "The Illustrated London News" un'immagine raffigurante la sua consorte, Vittoria, e i loro 6 figli attorno ad un albero di Natale. Da quel momento, tutta la popolazione, dagli aristocratici agli operai più semplici, cominciarono a volere una decorazione simile nelle loro case.

Non divenne importante, però, solo l'albero. La coppia reale, con la propria influenza, riuscì a convincere sempre un più grande numero di persone che era necessario scambiarsi regali non a Capodanno, com'era prestabilito dalla tradizione, bensì la mattina del 25 Dicembre.

Per quanto, apparentemente, si insistette sull'aspetto morale di gesti del genere, l'obiettivo della casata reale e del governo inglese era più pragmatico: invogliare le persone a comprare e regalare prodotti finiti, non più crearli in casa. Fu una decisione mossa per quello che oggi noi chiameremmo "marketing".

La regina Vittoria non rimase dietro le quinte, mentre suo marito cambiava per sempre il destino del Natale. Decise di muovere delle iniziative tra la popolazione che permettesse loro di associare questa festa all'unione familiare e la gioia dei bambini. Fece nascere, così, il primo Babbo Natale.

Questa figura esisteva da tempo, ma la sovrana decise di darle un nuovo ruolo: avrebbe dovuto portare i regali e la magia a tutti i bambini del mondo.

Divennero importanti anche i canti di Natale, il bacio sotto il vischio e, grazie la riforma del servizio postale (1840) e l'invenzione del primo francobollo al mondo (il Penny Black), divenne sempre più diffuso inviare anche cartoline di auguri. La prima, fra queste, venne spedita proprio nel 1843.

Persino il tacchino, piatto principale nell'immaginario comune associato alle festività natalizie, cominciò ad essere quasi sempre presente nelle tavole degli inglesi e di tutto il mondo. Tutto questo grazie ad una riforma nelle vie di comunicazione, soprattutto nel campo delle ferrovie, che permise di abbassare il prezzo dell'animale, rendendolo più accessibile anche alle famiglie più povere.

Il Natale, per come lo conosciamo, pone le sue radici nell'era vittoriana: ecco perché