New York vuole vietare agli operatori mobile di vendere la posizione dei loro utenti
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La città di New York potrebbe approvare una legge che, di fatto, porrebbe fine al business della compravendita dei dati di geolocalizzazione da parte degli operatori mobile. Una pratica diventata sempre più controversa (e diffusa) negli ultimi anni. New York diventerebbe la prima città al mondo ad adottare un ban di questo tipo.
La proposta è stata presentata martedì scorso. Se approvata, le compagnie telefoniche e gli sviluppatori delle app per smartphone non potrebbero più vendere a terze parti i dati sugli spostamenti dei loro utenti all'interno dei confini di New York.
L'iniziativa sta già facendo molto discutere, perché è l'ennesimo caso in cui una amministrazione locale scavalca i legislatori federali, giudicati troppo lenti e ciechi davanti alle richieste di privacy dei cittadini. Lo abbiamo visto anche per quel che riguarda l'utilizzo del riconoscimento facciale, con diverse città che si sono mosse per vietarlo in assenza di una qualsiasi forma di regolamentazione federale. Il congresso e il Senato non agiscono, o non danno le risposte sperate, così tocca alle metropoli difendere i diritti dei cittadini.
"Le raccolta dei dati sulla posizione degli utenti", ha spiegato il Presidente dell'Electronic Privacy Information Center Marc Rotenberg, "è diventata la tecnica principale per rintracciare le persone all'interno degli spazi fisici".
È una tecnica molto usata dagli inserzionisti per raggiungere più facilmente i loro possibili clienti. Si pensi all'organizzatore di un concerto che può sapere chi ha partecipato ad eventi simili a quello che vuole promuovere. Ma di recente abbiamo scoperto che i dati sulla posizione degli utenti vengono utilizzati molto anche dalle campagne politiche. Steve Bannon aveva spiegato di avere utilizzato questa tecnica per raggiungere gli elettori cattolici. Durante una intervista aveva infatti detto: "Se il tuo telefono è mai stato in una chiesa cattolica, è pazzesco, loro (le compagnie telefoniche ndr) hanno quel dato. Loro sanno letteralmente chi è stato in una chiesa cattolica e ogni quanto".
FONTE: nytimes.com
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