Il Nobel per la fisica Didier Queloz crede che individueremo gli alieni entro 30 anni

Il Nobel per la fisica Didier Queloz crede che individueremo gli alieni entro 30 anni
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Didier Queloz, novello premio Nobel per la fisica, è "convinto" che gli alieni esistano e che potremmo trovarli prima del 2050. D'altronde è un'opinione comune nel mondo scientifico, considerata anche la quantità esorbitante di esopianeti che vengono trovati, che poi è ciò per cui il caro Queloz ha vinto il prestigioso premio.

"Non posso credere che siamo l'unica entità vivente nell'universo", ha detto Queloz durante un evento martedì, lo stesso giorno in cui ha scoperto di aver vinto il Premio Nobel per la Fisica. "Ci sono troppi pianeti, troppe stelle e la chimica è universale. La chimica che ha portato alla vita deve poter succedere altrove".

Il Telegraph, che per primo riporta la notizia, cita Queloz che afferma di essere certo che troveremo segni di vita aliena entro i prossimi 100 anni. Tuttavia, pensa anche che sia alquanto "realistico" supporre che l'umanità svilupperà delle tecnologie in grado di rilevare i segni biochimici della vita sugli esopianeti già nei prossimi 30 anni; e che quindi ne avremo conferma in molto meno tempo.

D'altronde Queloz non è l'unico scienziato a parlare di alieni, e non è neanche l'unico a farlo questa settimana: un ex scienziato della NASA, Gilbert Levin, ha scritto un articolo per Scientific American Giovedi, in cui riporta di credere che la vita aliena esista, in quanto è "convinto" che l'avremmo già rilevata su Marte negli anni settanta.

Un'opinione strana? Non necessariamente. Ci sono molti studiosi che credono che i dati rilevati alla vita sul pianeta rosso, negli anni 70, siano stati poi interpretati male da chi ha portato avanti gli studi. E studi alternativi, con elaborazioni diverse di questi stessi dati (nella direzione della conferma della vita su Marte), sono stati pubblicati in seguito anche su Nature. Per quanto la stampa non abbia dato grosso seguito alla notizia. Uno degli studi in questione, tra i cui autori compariva Giorgio Bianciardi, ricercatore dell'Università di Siena, è stato ad esempio riportato in un articolo della Nazione, nel 2012. Una voce autorevole in più a conferma di questa ipotesi!