Nuova specie umana irrompe nell'evoluzione: è l'antenato diretto degli esseri umani?

Nuova specie umana irrompe nell'evoluzione: è l'antenato diretto degli esseri umani?
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Nel corso dell’evoluzione sono state innumerevoli le specie umane susseguitesi sulla Terra. Tra queste ricordiamo l'uomo di Denisova, i Neanderthal e colui che potrebbe essere il nostro parente più prossimo l'Homo longi. Ma sull’impervio e contorto percorso dell’evoluzione umana fa la sua comparsa una nuova specie, denominata Homo bodoensis.

Un team di ricerca, guidato dalla paleoantropologa dell’Università di Winnipeg, Mirjana Roksandic, ha rianalizzato reperti umani fossili, risalenti ad un periodo compreso tra 774.000 e 129.000 anni fa, conosciuto come Pleistocene medio e ridenominato Ioniano.

I fossili umani, risalenti a questo periodo, sono stati considerati appartenenti a due specie umane, ovvero l’Homo heidelbergensis e Homo rhodesiensis, anche se questa attribuzione presenta delle falle e delle contraddizioni.

Grazie ai recenti studi sul materiale genetico è stato possibile ricollocare molti di questi fossili e attribuirli ai Neanderthal. Inoltre, i ricercatori affermano che la dicitura H. heidelbergensis non risulta corretta per descrivere i resti umani del periodo localizzati nel continente africano, in quanto le caratteristiche scheletrico-facciali appaiono difformi da quelle appurate in specie umane asiatiche ed europee. Gli scienziati fanno, inoltre, notare che il nome Homo rhodesiensis viene spesso usato impropriamente e mai accettato definitivamente dalla comunità scientifica.

Per risolvere questo enigma evolutivo, lo studio odierno propone una nuova specie umana, L’Homo bodoensis, i cui primi resti, risalenti a 600.000 anni fa , furono scovati nel 1976 a Bodo D’ar, in Etiopia. Sotto questo nome potrebbero essere annoverati una moltitudine di fossili prima associati erroneamente a H. heidelbergensis e H. rhodesiensis.

Questa nuova specie umana, secondo i ricercatori, sarebbe un antenato diretto di Homo sapiens, ovvero degli esseri umani moderni, condividendo un ramo dell’albero genealogico evolutivo umano diverso da quello dei Neanderthal e dei Denisova.

Roksandic, in merito a questa rivalutazione dei resti fossili e dell’evoluzione umana, ha dichiarato "Dare un nuovo nome a una specie è sempre controverso" e continuando "Tuttavia, se le persone iniziano a usarlo, sopravvivrà e vivrà".

All’Homo bodoensis( di cui trovate un'illustrazione ad opera dell'artista Ettore Mazza nell'immagine di copertina) saranno attribuiti la stragrande maggioranza dei fossili dello Ioniano, localizzati in Africa e nella porzione orientale del mediterraneo. I fossili europei, invece, saranno ascritti ai Neanderthal. Ciò porterebbe alla definitiva scomparsa dei controversi H. heidelbergensis e H. rhodesiensis. In ultimo, i reperti rinvenuti in Asia saranno soggetti ad ulteriori ricerche per trovare la giusta collocazione o, magari, portare alla luce una nuova specie umana.

I ricercatori affermano l’intenzione di perpetrare gli studi, al fine di confermare la presenza dell’Homo bodoensis anche in Europa e si prefiggono l’ulteriore obiettivo di inserire l'ennesimo tassello per sbrogliare la complicata matassa dell’evoluzione umana, in modo da scoprirne non solo le origini ma le interazioni tra le diverse specie.

"Non pretendiamo di riscrivere l'evoluzione umana", ma comprenderne i passaggi "in un modo che renda possibile discutere da dove viene e cosa rappresenta" ha concluso Roksandic.

E sapevate che i primi ominidi potrebbero essere comparsi milioni di anni prima di quanto pensiamo?