La nuova variante "inglese" del Sars-Cov-2 non compromette l'efficacia dei vaccini

La nuova variante 'inglese' del Sars-Cov-2 non compromette l'efficacia dei vaccini
INFORMAZIONI SCHEDA
di

In questi ultimi giorni si è parlato tanto delle mutazioni che il Sars-Cov-2 sta subendo, in particolare della versione registrata nel Regno Unito. Sembra che il virus mutato non sia più pericoloso del precedente, ma ha invece una più alta rapidità di contagio.

A proposito di questo nuovo aspetto (che del resto era stato ampiamente ipotizzato già a febbraio, durante le prime avvisaglie della pandemia) sembra che alcuni abbiano mostrato preoccupazioni sull'interazione "virus modificato - vaccini", chiedendosi se l'efficacia e l'affidabilità di questi ultimi non sia compromessa a causa del nuovo ceppo RNA del virus.

Più nello specifico, la modifica genetica di cui si discute è relativa alla struttura glicoproteica chiamata "Peplomero" o "Spike", situato all'esterno del virus e che funge da protuberanza per legarsi ai recettori specifici.

Per far luce sulla faccenda sono intervenuti i principali esponenti delle organizzazioni sanitarie, cercando di dare un punto sulla situazione: per quanto non si abbia ancora un valore assoluto e certo, l'efficacia dei vaccini non è intaccata da queste modifiche casuali del virus. Occorreranno molti studi e test per la verifica, ma il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli ha tenuto a precisare che "è estremamente improbabile che possa pregiudicare l'efficacia dei vaccini".

Si è aggiunta anche la dichiarazione fatta da Massimo Andreoni, direttore UOC del reparto di malattie infettive dell'Università di Tor Vergata: "La mia sensazione è che questa variante abbia un impatto modesto sul vaccino. È una discussione che se si fosse tenuta su tavoli scientifici anziché sui media forse sarebbe stato più intelligente, perché soprattutto in una fase in cui dobbiamo convincere le persone a vaccinarsi, non è il caso di creare tutte queste preoccupazioni e questi dubbi. Da quei pochi dati che abbiamo a disposizione, questa modificazione della proteina spike sembrerebbe essere modesta e quindi non determinare la necessità di un cambiamento del vaccino".

Dunque sembra che non ci siano problemi per il prossimo e ormai imminente piano di vaccinazione su scala nazionale, che in Italia già dal 27 dicembre potrebbe ricevere il via ufficiale, coinvolgendo prima di chiunque altro gli operatori sanitari a più alto rischio di contagio e successivamente la popolazione di età avanzata, fino ad arrivare ai più giovani. Negli Stati Uniti la campagna vaccinazione è partita di recente.