Nuove sanzioni tech contro la Russia: bloccati tutti gli export di chip da Mosca
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Una delle prime mosse degli Stati Uniti dopo l'inizio delle ostilità tra Russia e Ucraina è stato lo stop alle forniture di chip a Mosca, inizialmente limitato ai settori strategici e militari e ora esteso a tutto il settore informatico. Oggi, invece, la Casa Bianca ha annunciato una nuova ondata di sanzioni tech contro la Russia.
Un comunicato ufficiale della Presidenza degli Stati Uniti, infatti, spiega che Washington ha dato il via libera a nuove sanzioni internazionali contro il Cremlino, nel tentativo di ridurre ulteriormente lo sforzo bellico russo prendendo di mira le compagnie informatiche di Mosca.
L'azienda più duramente colpita dalle sanzioni sarebbe il principale chipmaker russo, Mikron, che per la maggior parte produce microchip utilizzati in carte di credito, passaporti e altre carte dotate di componenti informatiche. La compagnia, inoltre, si occupa anche di chip per la gestione della corrente elettrica in entrata in device come PC e smartphone. Tuttavia, di recente Mikron si è riconvertita allo sforzo bellico, fornendo attrezzature informatiche all'esercito russo.
Ciò ha innescato le sanzioni imposte dagli Stati Uniti, che di fatto azzerano gli export di Mikron, il più grande esportatore russo in campo informatico. Il Segretario del Tesoro americano Janet Yellen ha spiegato alla stampa che "continueremo a prendere di mira la macchina bellica di Putin con sanzioni da ogni angoli finché questa guerra senza senso non avrà fine".
Oltre a Mikron, altre 20 compagnie informatiche russe sono state colpite dalle sanzioni americane, tra cui NII-Vektor, che produce componenti per satelliti, e T-Platforms, che si occupa di supercomputer e datacenter. Al momento, le sanzioni potrebbero avere effetti su settori come quello aerospaziale, marittimo, dei sensori e dell'elettronica in generale.
Il blocco all'export per le big tech russe potrebbe avere effetti catastrofici per l'industria informatica di Mosca, specie dal momento che esso si somma al ritiro di aziende come Intel, NVIDIA e AMD dal mercato russo e alla fine delle partnership tecnologiche tra le aziende eurasiatiche e quelle europee ed americane. Intanto, comunque, la Russia potrebbe anche finire la memoria dei propri datacenter, il che porterebbe all'insorgere di enormi problemi nel campo delle telecomunicazioni.
FONTE: Ars Technica
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