Un nuovo, possibile passo in avanti per la creazione di un vaccino contro la malaria
Una nuovissima ricerca si propone di mettere le basi per la creazione di un vaccino contro la malaria ancora più efficace, utilizzando una molecola proveniente direttamente dal protozoo responsabile della malattia.
La malaria è una patologia, potenzialmente mortale, che viene trasmessa all'uomo per mezzo delle zanzare che agiscono come vettore ed è causata da protozoi che appartengono al genere dei Plasmodium. Essa sembra essere particolarmente diffusa nelle aree tropicali e sub tropicali del globo.
Come ci dice il professore Denise Doolan della Università James Cook, in Australia, ciò che rende questo organismo pericoloso è il fatto che esso si deposita e si sviluppa all'interno delle cellule del sangue e, attraverso meccanismi molecolari, fa sì che sulla membrana esterna di queste cellule si formino delle proteine che fanno in modo che il globulo rosso si attacchi alle pareti dei vasi sanguigni. Per sfuggire alla risposta immunitaria, il protozoo cambia la “forma” di queste proteine. Non solo la forma muta all'interno di uno stesso ceppo, ma ceppi diversi sviluppano differenti “forme” di queste proteine. E’ anche per questo motivo che un vaccino efficace è molto complesso da creare.
Il team di ricerca, che vanta moltissimi scienziati provenienti da varie parti del mondo, ha studiato, in particolare, la proteina PfEMP1 da ceppi di malaria di persone contagiate e campioni di siero per capire quali, tra le molteplici mutazioni di PfEMP1, erano quelle che attivavano i meccanismi di difesa immunitaria in maniera più efficace, contro le forme di malaria più forti. In questo modo si è potuto risalire a quali anticorpi contrastavano meglio la malattia.
Come afferma la professoressa associata Alyssa Barry, nelle aree endemiche i malati sviluppano immunità alle forme più gravi di malaria, quindi l’immunità antimalarica si potrebbe ritenere possibile. Non solo. Le forme più gravi di malaria hanno proteine che non cambiano molto tra i vari ceppi: utilizzando queste ultime, dopo averle identificate, si potrebbe creare un vaccino molto più efficace.
FONTE: Science Daily
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