Nuovo stop per Telegram: l'applicazione di messaggistica bannata in Iran

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Non si placa il periodo nero di Telegram. Dopo il ban intimato lo scorso mese, per il servizio di messaggistica istantanea arriva un nuovo stop. L'applicazione, infatti, è stata bannata in Iran dal braccio giudiziario del paese.

In una sentenza, infatti, i magistrato hanno ordinato l'oscuramento completo sia del sito web che dell'applicazioni, a causa di possibili problemi di sicurezza nazionale. L'ordinanza, si legge, influenzerà circa 40 milioni di utenti che utilizzavano Telegram in Iran.

Secondo Reuters, i funzionati avrebbero preso la decisione in quanto ritengono che l'applicazione sia stata utilizzata per organizzare le crescenti proteste contro la difficile situazione economica che sta attanagliando il paese, e che hanno interessato da gennaio circa 80 città iraniane.

Il sito web della magistratura cita l'ordinanza sostenendo che Telegram sia stato utilizzando per diffondere "propaganda contro l'establishment, attività terroristiche, diffondere fake news, organizzare proteste antigovernative e pubblicare contenuti pornografici".

La notizia segue quella dello scorso mese e riguardante il divieto d'utilizzo ordinato in Russia e seguito dalla protesta di molti utenti, che non hanno fatto mancare il proprio supporto alla potente applicazione di messaggistica istantanea, ormai diventata anche in Italia una delle più usate e dietro solo a Whatsapp.

Ancora una volta, le motivazioni ufficiali sono da ricercare nella sicurezza nazionale.

Di recente il governo iraniano ha lanciato Soroush, che offre un'esperienza di messaggistica molto simile, ma con contenuti filo-governativi (come gli sticker "Death to America").