Un nuovo studio italiano smentisce l'esistenza di un gene dell'omosessualità

Un nuovo studio italiano smentisce l'esistenza di un gene dell'omosessualità
INFORMAZIONI SCHEDA
di

Un nuovo studio smentisce l'esistenza del così detto gene gay, ovvero un singolo marcatore genetico che determinerebbe l'orientamento sessuale di una persona. La conclusione arriva al termine di una ricerca che ha coinvolto quasi mezzo milione di persone, che è durata anni ed ha coinvolto anche le associazioni LGBTQ.

In un articolo scientifico pubblicato sulla rivista Science, gli studiosi affermano che l'orientamento sessuale è collegato ad un gran numero di geni ed è probabile che esista su uno spettro piuttosto che un binario. Venti medici di 21 istituti di ricerca hanno collaborato con il gruppo di ricerca 23andme per analizzare i genomi di 493.001 partecipanti dagli Stati Uniti ed Europa.

"Per darvi un'idea della portata dei dati, lo studio è stato circa 100 volte più ampio di quelli precedenti effettuati su questo argomento" ha affermato a Live Science Andrea Ganna, lo scienziato italiano di Harvard che ha supervisionato il progetto.

"Studi precedenti avevano suggerito la presenza di segnali genetici forti che potessero far prevedere il comportamento sessuale: uno dei più noti puntava al cromosoma X, ma nel nostro studio, con un campione cento volte più grande, abbiamo dimostrato che non è così" ha continuato lo scienziato, il quale ha osservato che in fase di ricerca è stato effettuato uno screening di tutto il genoma, esaminando milioni di marcatori genetici per vedere quali potessero essere associati al comportamento sessuale delle persone.

Sono emerse quindi cinque varianti genetiche legate all'omosessualità, di cui però ancora non si conoscono le funzioni. "Sappiamo che una di queste varianti si trova in una regione del Dna che esprime recettori per l'olfatto, mentre un'altra è associata alla calvizie maschile e probabilmente alla regolazione ormonale, ma sono solo ipotesi" ha affermato Ganna.

"Messe tutte insieme le cinque varianti che abbiamo trovato spiegano meno dell'1% della variabilità nel comportamento sessuale. E' probabile che esistano migliaia di altri geni legati in qualche modo al comportamento sessuale, anche se stimiamo che potrebbero contribuire al massimo per il 25% a questo tratto molto complesso, che dal punto di vista genetico rientra nella normale variabilità umana" continua lo scienziato ai microfoni di TGCom.

Gli esperimenti precedenti erano infatti stati effettuati su un campione troppo ristretto per trarre conclusioni decisive. Erano inoltre limitati dalla difficoltà di reclutare partecipanti omosessuali, dato che le relazioni tra persone dello stesso sesso sono illegali in molte parti del mondo.

Il "gene gay" era comparso per la prima volta nel 1993 a seguito di un singolo esperimento non più replicato. Questo nuovo documento però mette definitivamente a tacere la bizzarra teoria.

Sostanzialmente quindi la ricerca è giunta alla conclusione che l'omosessualità sarebbe frutto di un mix di fattori generici ed ambientali, ed almeno al momento non sarebbe stato trovato un singolo genere che permette di prevedere l'orientamento sessuale.