Gli obiettivi di Artemis 1: oltre la Luna anche lieviti ed alghe

Gli obiettivi di Artemis 1: oltre la Luna anche lieviti ed alghe
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Purtroppo, come abbiamo avuto modo di constatare, il lancio di Artemis 1 è stato posticipato per problemi tecnici. Nella speranza però che la nuova finestra di lancio non venga mancata, la missione vedrà degli importanti obiettivi da portare a termine. Oltre al passaggio estremamente ravvicinato della luna anche importanti esperimenti scientifici.

Uno di questi, estremamente particolare, è diretto dal professore di scienze farmaceutiche dell'Università della Columbia Britannica (UBC), il dottor Corey Nislow, e prevede di inviare nello spazio colture di lievito ed alghe, in un involucro poco più grande di una scatola da scarpe, così da poter studiare gli effetti dei raggi cosmici e dell'assenza di gravità sugli organismi viventi.

Quando poi il veicolo spaziale, la capsula Orion, tornerà sulla Terra dopo la sua orbita di 42 giorni senza equipaggio attorno alla Luna, il professore riprenderà i campioni, così da carpirne le informazioni in essi contenute.

Nislow ha scelto di studiare una particolare alga verde unicellulare, la Chlamydomonas reinhardtii, e circa 6.000 mutanti del lievito che, grazie alle loro capacità replicative, mentre Orion (la navicella spaziale utilizzata per la missione Artemis) avrà completato il suo viaggio verso l'altro lato della Luna, saranno già cresciuti di ben sette generazioni.

D'altronde, il lievito è anche un buon modello di riferimento per le cellule umane in quanto i suoi geni sono in qualche modo simili ai nostri. L'alga C. reinhardtii è invece stata scelta, oltre che come riferimento per le piante, anche per le sue svariate funzionalità come preziosa fonte di cibo, ossigeno molecolare ed idrogeno come combustibile.

Una volta rientrati sulla Terra, verranno studiati i cambiamenti genetici prodotti dall'esposizione allo spazio, utilizzando il database del laboratorio UBC, con oltre 10 milioni di interazioni gene-farmaco e le informazioni accumulate in più di 20 anni di studio su questi organismi.

"I dati raccolti potranno aiutare tutti. Sia a progettare migliori trattamenti per i futuri viaggiatori spaziali, sia per i malati di cancro sottoposti a chemioterapia qui sulla Terra. Nessuno verrà lasciato indietro", ha affermato il dottor Nislow.

"Per la prima volta in 50 anni, i materiali biologici lasceranno l'orbita terrestre inferiore, si contenderanno l'esposizione alle radiazioni cosmiche e saranno poi restituiti al nostro laboratorio per analisi molecolari dettagliate. Porteremo la moderna biotecnologia nell'ambiente unico della radiazione cosmica combinata con la microgravità", ha aggiunto entusiasta il professore.

Non ci resta quindi attendere positivamente la prossima finestra di lancio. Incrociamo le dita.

Per chi volesse approfondire l'argomento, ecco cosa sapere sulla missione Artemis, e perché ci sono stati problemi con il lancio di Artemis.

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