Nei nostri occhi si verifica un fenomeno quantistico che ci protegge

Nei nostri occhi si verifica un fenomeno quantistico che ci protegge
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Un nuovo studio pubblicato sulla rivista PNAS, ha parlato di un fenomeno quantistico che si verifica nei nostri occhi e ci protegge. Ogni colore, ogni flash, ogni raggio di sole producono materiali tossici che rischiano di danneggiare le cellule che ci permettono di vedere... ed è qui che è stata descritta la nuova scoperta

I ricercatori hanno parlato del processo di rimozione, che è alquanto insolito per quanto riguarda la biochimica, e si basa su una strana stranezza del comportamento quantistico. Lungo la parete posteriore della superficie interna del nostro bulbo oculare si possono trovare delle cellule reattive alla luce che formano la retina.

Ogni fibra di questa superfice è formata da "dischi" contenenti una sostanza cruciale che cattura i fotoni di luce, avviando una catena di reazioni che si traduce in un impulso nervoso che ci permette di osservare il mondo circostante. Il primissimo step in questo processo di conversione è sorprendentemente pericoloso: la sostanza, chiamata retinale, si contorce in una forma che interferisce con le funzioni della cellula, diventando una tossina.

L'evoluzione ha ovviato a questo problema creando enzimi che trasformano la forma contorta della retina in una forma sicura e pratica. Per quanto efficiente sia questo processo, è tutt'altro che perfetto e alle volte può creare una condizione chiamata malattia di Stargardt. Anche negli individui dove gli enzimi svolgono il lavoro nel modo più efficiente possibile, una lacuna nel processo di scomposizione rischia la creazione di un composto pericoloso chiamato lipofuscina, capace di accumularsi in grumi pericolosi.

L'evoluzione ci ha dato ancora una volta la soluzione: la melanina è stata vista combinarsi granuli di lipofuscina nelle retine di individui più anziani. Mentre studi precedenti supportano il ruolo del pigmento nell'eliminazione della lipofuscina, il meccanismo alla base della rottura è rimasto un mistero. Questo perché da soli, gli elettroni della melanina non sono in uno stato energetico sufficientemente elevato per svolgere tale compito, essendo bloccati dalle leggi della fisica quantistica che li mantengono relativamente radicati.

"[Sembrano verificarsi] reazioni di chimica quantistica che eccitano un elettrone di melanina a uno stato di alta energia e ne capovolgono lo spin, consentendo in seguito una chimica insolita", afferma infine il radiologo terapeutico di Yale Douglas E. Brash. "Per 30 anni sono stato convinto che i melanosomi - gli organelli nelle cellule che creano la melanina - degradassero la lipofuscina, ma non riuscivo a identificare un meccanismo", afferma l'autore senior dello studio Ulrich Schraermeyer, oculista sperimentale presso l'Università di Tubinga. "La chemeexcitation è l'anello mancante."