Operatori di oleodotto lasciano fluire volontariamente petrolio in mare: indagati

Operatori di oleodotto lasciano fluire volontariamente petrolio in mare: indagati
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Durante il primo fine settimana di questo mese è stata segnalata una perdita in un oleodotto al largo della costa della contea di Orange, in California (USA). Si sono riversati in mare all'incirca 545.000 litri di petrolio greggio. Tuttavia, secondo quanto riferisce NBC News, questo danno ambientale poteva essere evitato.

A gestire la struttura è Beta Offshore, la sussidiaria del proprietario dell'oleodotto Amplify Energy Corp., che sembra aver aspettato alcune ore per "chiudere la falla" che si era creata, anche dopo aver ricevuto un avviso che li avvertiva della perdita che stava contaminando l'area circostante (ecco gli orrori causati da una fuoriuscita di petrolio).

La causa dell'incidente sembra essere stato lo scontro dell'ancora di una nave che ha colpito l'oleodotto, creando una perdita. Indipendentemente da ciò che è accaduto, però, alcuni nuovi documenti mostrano che gli operatori della struttura hanno attuato alcuni ritardi importanti nella loro risposta per contenere la perdita.

Per l'esattezza, un avviso di una "bassa pressione anomala" è stato segnalato agli operatori alle 2:30 e, nonostante ciò, l'oleodotto è stato in funzione fino a ben dopo le 5:30. Dopo quest'ora, sono state attese altre tre ore prima di avvisare il National Response Center. Quindi, facendo i conti, la fuoriuscita è andata avanti per ben sei ore, nonostante si potesse fare qualcosa già da prima.

Insomma, sicuramente è ancora presto per trarre conclusioni e non possiamo che attendere le indagini di chi di dovere. Per l'ambiente, perdite del genere non sono per niente salutari: dopo il più grande disastro ecologico della storia i delfini soffrono ancora.